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I due alfieri della Ferrari, Sebastian Vettel e Charles Leclerc, puntano alla vittoria nel GP del Messico per riscattare Suzuka
OBIETTIVO VITTORIA Due gare consecutive andate male gridano vendetta per i piloti della Ferrari, che pur avendo una macchina all'altezza di combattere per la vittoria, hanno gettato al vento la vittoria in Giappone e perso per sfortuna quella in Russia. Dopo il tris di vittorie ottenuto tra Spa, Monza e Singapore i due piloti del Cavallino, Charles Leclerc e Sebastian Vettel, puntano al Gran Premio del Messico per riprendere il cammino vincente della seconda parte del campionato. La pista di Città del Messico sembra sposarsi molto bene con le caratteristiche della SF90 emerse nelle ultime gare, sebbene l'altitudine e l'aria rarefatta potrebbero limitare lo strapotere del V6 ibrido di Maranello sulla lunga retta del traguardo e aiutare i rivali a chiudere il gap.
ARIA RAREFATTA Ed è proprio questo il primo aspetto affrontato da Sebastian Vettel, che ha parlato dell'appuntamento dell'Hernanes Rodriguez sul sito internet della Ferrari: "Il fatto di gareggiare a oltre duemila metri ha ovviamente un forte impatto sul comportamento della vettura" - spiega il tedesco - "Scendiamo in pista con la configurazione a massimo carico aerodinamico ma, a causa dell’altitudine, l’aria è talmente rarefatta che l'effetto che otteniamo in termini di efficienza è minimo. Proprio per questo è sul rettilineo di Città del Messico che si ottengono le punte massime di velocità di tutta la stagione."
OCCHIO ALLA RED BULL "La conseguenza in negativo di tutto ciò è che la vettura è molto difficile da gestire in curva, perché non c’è il carico aerodinamico che normalmente ci aiuta ad avere una monoposto stabile e precisa" - prosegue Vettel - "Su questa pista la macchina si muove molto, fatica a far lavorare nella maniera corretta le gomme ed è complicata da interpretare anche nelle sensazioni che comunica al pilota. Il giro di pista è piuttosto breve ma non è affatto semplice azzeccare tutto nel migliore dei modi. Negli scorsi anni siamo sempre stati competitivi in Messico anche se la Red Bull lo è stata di più. Siamo tuttavia fiduciosi di potercela giocare, vediamo cosa succede quando scendiamo in pista".
CHARLES APPROVA Ma se Vettel ha l'esperienza di quattro GP del Messico corsi, il suo compagno Charles Leclerc può fare affidamento solo su quello dello scorso anno, concluso in settima posizione con la Sauber ma staccato di 2 giri dall'imprendibile leader Max Verstappen: "Il circuito del Messico è del tutto particolare. Si gareggia oltre i duemila metri e tutti i team scendono in pista con il massimo carico aerodinamico ma, nonostante questo, la vettura si comporta in maniera strana e il livello di grip è sempre molto basso" - Leclerc concorda con il compagno - "Questa pista ho avuto modo di disputare una sessione di prove libere nel 2017 e la gara dello scorso anno, quindi posso dire che si tratta di uno dei tracciati che conosco di meno. Detto questo, per le caratteristiche che lo contraddistinguono mi piace, anche per via dei muretti che sono sempre molto vicini e a me come pilota piacciono parecchio. Anche l’atmosfera è speciale, come lo è guidare nella zona dell’Arena nella quale è possibile vedere le due ali di pubblico che fa il tifo sugli spalti."