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F1 GP Germania 2019, la moviola delle scelte del collegio dei commissari presenti a Hockenheim: paradosso Hamilton, e Leclerc...
PERPLESSITÀ Il fine settimana del Gran Premio di Germania non è stato particolarmente ricco di episodi da moviola, ma in almeno due casi ci sono da valutare decisioni non del tutto convincenti da parte del collegio dei commissari. “Rimandati” dunque gli steward di Hockenheim, capitanati per l’occasione dal britannico ex Formula 1, Derek Warwick. Ecco tutti gli episodi più importanti nella nostra consueta Var del lunedì.
TORO RUSSO Il primo episodio del weekend riguarda la Toro Rosso, grande protagonista della gara di domenica con il secondo podio della sua storia, targato Daniil Kvyat. Il russo è finito sotto investigazione durante le qualifiche per essere uscito dal garage senza accorgersi dell’arrivo della Haas di Romain Grosjean. In questo caso però, forse sulla scia di maggiore permissività inaugurata dagli steward in Austria – ma sul punto torneremo più avanti – la Direzione gara chiuderà un occhio. Nessuna azione nei confronti di Daniil e della Toro Rosso, nonostante il francese abbia dovuto frenare per evitare l’impatto. Ad aiutare la decisione, c’è probabilmente il fatto che entrambi i piloti, convocati dai commissari, hanno minimizzato l’accaduto non ritenendo che fosse necessaria la penalità.
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DAL FONDO Non ci sono state grossi stravolgimenti alla griglia di partenza dopo le qualifiche. Gli unici a subire una sanzione sono stati Sebastian Vettel e Lando Norris. Il tedesco della Ferrari perderà dieci posizioni – totalmente ininfluenti visto il risultato del sabato – per la sostituzione della centralina elettronica, mentre il britannico della McLaren sarà retrocesso dal sedicesimo al diciannovesimo posto per aver cambiato diverse componenti della power unit. Nuovi pezzi anche per Kimi Raikkonen, che però non è incappato in penalità essendo rientrato all’interno delle tre unità concesse.
LECLERC GRAZIATO Uno degli episodi che inevitabilmente ha fatto discutere è l’unsafe release di Charles Leclerc in occasione della sua prima sosta per passare dalle Full Wet alle gomme da bagnato intermedio. Il monegasco vede la luce verde e parte dopo il cambio gomme, proprio quando sopraggiunge l’incolpevole Romain Grosjean. Il francese della Haas è costretto a inchiodare, evitando per pochi centimetri il patatrac. Pur trattandosi di una situazione di grande caos con molte monoposto in pit-lane, riteniamo sbagliata e non in linea con i precedenti – vedi la sanzione a Verstappen per unsafe release su Bottas a Monte Carlo – la scelta di penalizzare la Ferrari con soli 5000 euro di multa: una cifra irrisoria per il budget di un team di Formula 1. Leclerc, pur non essendo direttamente responsabile per l’accaduto, andava invece punito con gli ormai canonici 5 secondi di penalità. L’augurio è che le squadre non siano da ora in poi invogliate a mandare in pista le vetture senza curarsi di chi transita in pit-lane a scapito della sicurezza nei confronti dei meccanici in corsia box…
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IL PARADOSSO DEL BIRILLO Pochi istanti dopo il suo incidente contro le barriere di curva-16, Lewis Hamiltonrientra ai box tagliando la linea di ingresso in pit-lane. Dopo quanto accaduto lo scorso anno sempre con il pilota inglese, che aveva tagliato la linea bianca per restare in pista, quest’anno il Direttore di gara era stato molto chiaro: la manovra è irregolare, non si può passare al di là del birillo d’ingresso a meno che non ci siano cause di forza maggiore che lo rendano necessario. Ed è proprio questo il punto: Lewis era finito contro il muro, aveva l’alettone anteriore danneggiato e si trovava a guidare con gomme slick su una pista nuovamente bagnata dall’incremento dell’intensità della pioggia. Cosa altro avrebbe dovuto fare il pilota Mercedes? Restare in pista, percorrere un giro lentamente rischiando di disseminare pezzi di carbonio ovunque? Quale altre condizioni avrebbero potuto configurare la “causa di forza maggiore” annoverata dal Direttore di gara come possibile causa di esclusione della penalità? Domande destinate a restare senza risposta. È tuttavia logico che in quel frangente, la “forza maggiore” imponesse a Hamilton un rientro rapido ai box a prescindere da paletti e linee bianche, anche nell’ottica di garantire il perdurare delle condizioni di sicurezza del tracciato. Insomma, un paradosso: non possiamo che concordare con chi ha giudicato la penalità di cinque secondi e un punto sulla Superlicenza Fia come frutto dell’applicazione meccanica del regolamento, senza la necessaria valutazione delle circostanze del caso.
SECONDA INVESTIGAZIONE Pochi minuti dopo la prima investigazione, Hamilton è nuovamente finito sotto la lente d’ingrandimento dei commissari per aver guidato immotivatamente lento in regime di Safety Car. In realtà il Direttore di gara, Michael Masi, spiegherà che l’indagine è stata solo frutto di un malfunzionamento del sistema, che non aveva considerato che Hamilton era ancora costretto a rispettare il “delta time” imposto dal regime di Safety Car.
SCONTRO IN CASA Ultimo episodio è quello che vede scontrarsi nei giri finali Pierre Gasly e Alexander Albon. Il francesino della Red Bull prova a sorpassare “cugino” il thailandese in uscita dal tornante di curva-6, ma finisce per toccare con l’alettone anteriore il posteriore della Toro Rosso numero 23. Uno scontro fratricida la cui responsabilità è stata addebitata a Gasly, reo di aver calcolato male le distanze tra le due monoposto. La Direzione gara comunque non prenderà provvedimenti avendo rilevato che proprio il transalpino è stato l’unico a subire uno svantaggio dal contatto. Giusto così: la scelta rientra perfettamente nel nuovo trend che vuole incentivare le battaglie tra piloti.
— Car and Driver - F1 (@cardriverthef1) July 28, 2019
DOCCIA FREDDA Come vi abbiamo raccontato ieri sera, a quasi quattro ore dalla bandiera a scacchi è arrivata la doccia fredda per gli uomini dell’Alfa Romeo Racing. Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi sono infatti stati penalizzati con 30 secondi sul risultato finale, scivolando fuori dalla zona punti dopo aver conquistato in pista la settima e ottava posizione. La ragione? Il delegato tecnico, Jo Bauer, ha rilevato una scorretta taratura dello stacco della frizione che, agendo in ritardo rispetto al comando del pilota, avrebbe simulato un effetto “controllo di trazione” in partenza, ovviamente vietato dal regolamento. Quello che i commissari hanno valutato come un aiuto decisamente importante per scattare da fermi sul bagnato è stato dunque sanzionato con l’equivalente di uno Stop&Go in gara. L’Alfa ha comunque annunciato per bocca del suo team principal, Frederic Vasseur, l’intenzione di presentare ricorso.