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Analizziamo alla moviola le decisioni del collegio dei commissari presenti in Canada per il settimo Gp della stagione F1 2019
POLEMICHE CANADESI Il Gran Premio del Canada è certamente destinato a far discutere ancora a lungo. Il motivo? Lewis Hamilton ha centrato la sua quinta vittoria stagionale, arrivando al traguardo però alle spalle di Sebastian Vettel. Il tedesco è stato infatti penalizzato di cinque secondi per essere rientrato in pista in maniera pericolosa dopo il taglio di chicane in curva-3. Decisione, questa, che ha letteralmente spaccato in due fazioni contrapposte appassionati e addetti ai lavori, accendendo le luci dei riflettori sul collegio dei commissari capitanato dall’ex pilota di F1 e Le Mans, Emanuele Pirro. Ecco la nostra Var del weekend di Montreal, settima prova della stagione F1.
INCONTRI RAVVICINATI Siamo nel corso delle prove libere 2, quando Lance Stroll e Romain Grosjean finiscono per sfiorarsi ruota contro ruota nel rettilineo che immette sull’ultima chicane. Il francese è in un giro lento e alza il piede per lasciar passare il giovane idolo del pubblico di casa, il quale, però, si allarga in staccata forse calcolando male gli spazi. La posteriore sinistra della Racing Point finisce per toccare l’anteriore destra della Haas. Giusto comunque lasciar correre senza penalità, visto che non è possibile ravvisare una chiara responsabilità a carico di uno dei due.
Grosjean + pink car + pit entry = 😯#CanadianGP 🇨🇦 #F1pic.twitter.com/I86a4poGF4
— Formula 1 (@F1) 7 giugno 2019
OCCHIO AL PALETTO I tagli di chicane sono decisamente i protagonisti del weekend. Ancor prima dell’episodio che ha visto protagonista Vettel in gara, sia Kevin Magnussen, che Lando Norris e Charles Leclerc sono finiti sotto investigazione per aver tagliato la chicane rientrando in pista senza aggirare il “paletto” posizionato dalla Direzione gara. Tutti e tre saranno, rispettivamente in PL2, PL3 e Q2 comunque graziati una volta appurato che, per le circostanze del taglio, sarebbe stato molto complicato utilizzare la traiettoria imposta dagli steward.
SAINZ OSTACOLA ALBON Nel corso della Q1, Carlos Sainz termina il suo primo giro lanciato e poi, come di solito accade, rallenta di colpo. Alle sue spalle, però, si trova il thailandese Alexander Albon che sta partendo per il proprio tentativo da qualifica. Il pilota McLaren in effetti è di ostacolo al giovane rookie della Toro Rosso e sarà per questa ragione giustamente sanzionato con tre posizioni di penalità in griglia e un punto sulla Superlicenza Fia.
MAGNUSSEN A MURO Uno dei momenti clou delle qualifiche è sicuramente l’incidente di Kevin Magnussen contro le barriere sul rettilineo di partenza. Il danese della Haas prima colpisce il muro dei campioni e poi carambola con violenza sulle protezioni dal lato opposto della carreggiata. Un incidente decisamente spettacolare con grosse conseguenze fortunatamente non per il pilota ma per la monoposto americana: Kevin sarà infatti costretto a sostituire il telaio e numerose componenti meccaniche. Motivo per cui il ventiseienne ex McLaren e Renault sarà costretto a scattare dalla pit-lane.
Kevin Magnussen's qualifying came to a dramatic end in Q2#CanadianGP 🇨🇦 #F1 (sound on) pic.twitter.com/k2mAwcIMoR
— Formula 1 (@F1) 8 giugno 2019
ALL’INFERNO PER 5 SECONDI Ma l’episodio cardine di tutto il fine settimana non potrebbe che essere quello che ha privato Sebastian Vettel della vittoria del Gp. È chiaro che la decisione dei commissari – per un’analisi approfondita potete cliccare qui e leggere le nostre considerazioni nel dettaglio – non è campata per aria ma accettabile a termini di regolamento. Resta il fatto che il paragone con l’episodio del 2016 a Monte Carlo lascia aperti ulteriori punti interrogativi. In conclusione, è ingeneroso parlare di decisione in malafede volta a prescindere a proteggere Lewis Hamilton. Ma è anche vero che in casi dubbi come questi la cosa migliore sarebbe lasciar correre per non mortificare lo spettacolo e restare coerenti con il trend degli ultimi anni, sempre piuttosto permissivo nei casi di corpo a corpo tra piloti. È stato fatto tre anni fa a Monaco, sarebbe stato più corretto mantenere lo stesso metro di giudizio anche ieri.
Race. Defining. Moment. 📽️#CanadianGP 🇨🇦 #F1pic.twitter.com/053sau3we1
— Formula 1 (@F1) 9 giugno 2019