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Analizziamo alla moviola le decisioni del collegio dei commissari presenti a Spielberg per il nono GP della stagione 2019 di F1
ALTRO WEEKEND DIFFICILE Sembrava un fine settimana decisamente tranquillo dopo le polemiche degli scorsi Gp in Canada e Francia. E, invece, a tre giri dalla fine del Gp d’Austria, un altro episodio dubbio ha riacceso le luci dei riflettori sugli steward della Fia. In ogni caso, nella speranza che il metro di giudizio utilizzato al Red Bull Ring possa essere mantenuto nel prosieguo della stagione, promuoviamo l’operato del collegio dei commissari, capitanati per l’occasione da “Mister Le Mans”, Tom Kristensen. Ecco la Var del weekend del Gran Premio d’Austria 2019.
HAMILTON DISTRATTO Il primo episodio del fine settimana vede coinvolto proprio il leader del mondiale Lewis Hamilton nel corso della Q1. Il britannico è appena uscito dai box quando alle sue spalle sopraggiunge l’Alfa Romeo di Kimi Raikkonen, che sta però già effettuando il proprio tentativo lanciato. Il pilota Mercedes si accorge tardi del finnico e, dopo aver pensato di farlo sfilare all’esterno prima di curva-3, taglia la curva per buttarsi nelle vie di fuga. Il giro di Iceman è totalmente rovinato, nonostante le buone intenzioni di Lewis di non dargli fastidio: giusta dunque la scelta dei commissari di sanzionare il leader del campionato con tre posizioni di penalità e un punto sulla Superlicenza.
RUSSELL OSTACOLA KVYAT Situazione di analogo “impeding” anche per George Russell, che effettivamente ostacola il giro veloce di Daniil Kvyat, poi eliminato in Q1 proprio a causa dell’accaduto. Il russo è lanciatissimo verso le ultime due curve del Red Bull Ring, ma trova diverse monoposto che procedono lente in attesa di iniziare il proprio tentativo di qualifica. Inattaccabile anche in questo caso la scelta di sanzionare il pilota Williams con tre posizioni di penalitàe un punto sulla Superlicenza.
A scary moment for @kvyatofficial as he comes close to a collision with George Russell during qualifying 😱#AustrianGP 🇦🇹 #F1pic.twitter.com/WpVJxrFTEr
VEDI ANCHE— Formula 1 (@F1) 29 giugno 2019
CAOS GRIGLIA Sono ben sei i piloti che non partiranno nella posizione ottenuta in qualifica. Carlos Sainz e Alexander Albon saranno retrocessi in fondo allo schieramento per sostituzione di numerose componenti power unit oltre il limite consentito di tre unità a stagione. Lo stesso accade a Nico Hulkenberg che, avendo installato il nuovo motore termico (il cosiddetto ICE) perde solo cinque caselle in griglia di partenza. Cinque posizioni poi per Kevin Magnussen, costretto alla sostituzione del cambio, mentre George Russell e Lewis Hamilton saranno arretrati di tre posizioni a causa delle sanzioni applicate dopo l’impeding in Q1, anche se l’inglese di casa Williams poi partirà dalla pit-lane per aver sostituito anche l’ala anteriore in regime di parco chiuso. In sala stampa ha però fatto discutere la posizione di partenza del leader del mondiale, retrocesso di tre posti ma poi comunque quarto in griglia. Cosa è successo? Hamilton ha beneficiato a sua volta della penalizzazione di Magnussen che sarebbe dovuto scattare quinto. Secondo la regola introdotta quest’anno, infatti, le sanzioni vengono date tutte contestualmente (e non più in ordine cronologico) e poi la classifica viene accorpata. Lewis ha quindi trovato al quinto posto il “buco” creato dall’assenza di Kevin. Con la regola in vigore fino al 2018 sarebbe invece dovuto partire quinto, con Norris in seconda fila.
OUT OF POSITION L’urlo dopo l’incredibile quinta posizione in Q3 sarà evidentemente l’unica gioia del weekend di Kevin Magnussen. Il danese ha infatti subito un Drive Through per essersi posizionato male in griglia di partenza. Una sanzione che, accompagnata ai due punti di penalità sulla Superlicenza Fia, ha messo in salita la gara del pilota Haas, poi arrivato al traguardo in penultima piazza. I commissari hanno comunque rilevato che, pur non essendoci stato alcun guadagno in partenza, Magnussen non era posizionato correttamente in griglia per effetto di un piccolo movimento precedente allo spegnimento dei semafori.
SCONTRO TRA (GIOVANI) TITANI Il clou del fine settimana non potrebbe però che essere l’incidente al giro 69 tra Charles Leclerc e Max Verstappen. L’olandese prende l’interno in curva-3 ma arriva leggermente lungo, ritardando con un po’ di malizia la ricerca del punto di corda. Una manovra che i giudici di gara, finiti nell’occhio del ciclone per l’eccessiva severità delle ultime gare, hanno giudicato comunque lecita. Noi ribadiamo quanto scritto nell’analisi post-Gp: chi si è lamentato per la sanzione di Vettel in Canada, non può invocare la penalità di Verstappen, se non rilevando l’incoerenza della scelta dei commissari che, in entrambi i casi, è andata a danno della Ferrari. Il sorpasso è duro, ma è proprio questa l’essenza della Formula 1 che abbiamo visto maltrattata in Canada e in Francia, pur con decisioni perfettamente legittime a norma di regolamento. Certo, le modifiche al trend interpretativo delle norme andrebbero fatte a bocce ferme e non da una gara all’altra, ma la scelta di non sanzionare Verstappen è corretta se per un attimo ci dimentichiamo le penalizzazioni inflitte a Vettel e Ricciardo rispettivamente a Montreal e Le Castellet. Da amanti di questo sport, l’augurio è che adesso il metro di giudizio rimanga costante fino a fine anno e che, in vista delle prossime stagioni, si intervenga anche per fare chiarezza anche a livello normativo.
*That* pass - from every angle#AustrianGP#F1pic.twitter.com/alDXTbLsNO
— Formula 1 (@F1) 1 luglio 2019