La Federazione spera che, in futuro, ci saranno meno ricorsi che facciano appello al Diritto di Revisione garantito dal regolamento. Dopo che la protesta della Haas contro l’ordine d’arrivo del GP degli Stati Uniti ad Austin è stata rigettata per la mancanza di prove “nuove, significative e rilevanti” – questi i requisiti imposti per procedere nell’analisi del merito della questione – la Fia intende infatti istituire una tassa per presentare il ricorso, che non sarà restituita nel caso in cui poi il ricorso sia considerato inammissibile.
DETERRENTE Secondo l'indiscrezione riportata dall'affidabile webmagazine RacingNews365, la Fia avrebbe deciso di imporre una tassa di 6.000 euro per chiunque abbia intenzione di esercitare il diritto di revisione. Una somma piuttosto bassa per gli standard milionari della Formula 1 – nelle scorse settimane si era ad esempio discusso della scelta di alzare fino a un massimo di un milione di euro la cifra massima prevista dal regolamento per le multe contro i piloti – ma che comunque potrebbe in qualche modo scoraggiare i team principal soprattutto quando è chiaro che le prove presentate non possano rispettare i requisiti minimi richiesti: nel caso della Haas di Austin, ad esempio, era difficile che le riprese delle telecamere on board già disponibili in diretta durante la gara potessero essere considerate “nuove” e quindi accolte dai giudici.
F1 GP Usa 2023, Austin: Sergio Perez (Red Bull Racing) in uno dei tagli incriminati | Foto: F1TV
RICORSI RESPINTI L’intento piuttosto chiaro è dunque quello di scoraggiare il ricorso eccessivo allo strumento. In effetti è già successo parecchie volte negli ultimi anni che le squadre abbiano provato a ribaltare le decisioni dei commissari in pistanelle settimane successive a un GP, ma il requisito delle prove nuove significative e rilevanti è talmente complicato da rispettare che la Fia si è sempre trovata a respingere i ricorsi. Già solo quest’anno, quello della Haas è stato il terzo appello al Diritto di Revisione, dopo quello richiesto dall’Aston Martin contro la penalità ad Alonso nel GP d’Arabia Saudita e quello della Ferrari contro la sanzione di cinque secondi inflitta a Sainz per l’incidente nell’ultima ripartenza della gara di Melbourne.