Il team principal di Maranello è convinto che ci siano i presupposti per aprire una nuova era Ferrari, come ai tempi di Schumacher
RISCOSSA ROSSA Il team principal Mattia Binotto prova a portare una ventata d'ottimismo tra i tifosi della Ferrari dopo le parole di incoraggiamento proferite nei giorni scorsi per presentare l'imminente Gran Premio del Canada. In una lunga intervista apparsa stamattina su La Gazzetta dello Sport, Binotto - a Maranello da ben 25 anni - afferma di rivedere nel team i presupposti che portarono all'era Schumacher e al dominio rosso di inizio millennio.
COME CON SCHUMI L'estratto dall'intervista al quale accenniamo emerge da un confronto tra la corazzata Mercedes e la Ferrari in difficoltà di quest'anno: "Loro sono forti a livello tecnico e di processi, ma io preferisco il confronto con la Ferrari 96-97" - spiega Binotto - "Una squadra in crescita ma con basi solide, anche noi siamo un team giovane nei ruoli e c'è tanta fame, vedo molte analogie con allora, per visione, voglia di fare, passione e talento. Anch'io sono dispiaciuto per l'inizio della stagione, ma dobbiamo continuare a credere nella rossa. So che stiamo chiedendo molto ai tifosi che meritano grandi gioie, ma oggi più che mai ci servono pazienza e supporto."
I PILOTI La differenza lampante tra quella Ferrari e questa, sta però nei piloti. Allora c'era un leader e un secondo definito, oggi ci sono un campione e un rookie molto insidioso, e il divario di prestazione tra i due non sembra così netto. "Abbiamo una bella coppia di piloti, da una parte l'esperienza di Vettel dall'altra un giovane molto veloce come Leclerc. Seb sotto pressione? Io vedo un pilota sereno e con voglia di guidare. Tolto l'episodio del Bahrain è stato più solido. Ragioniere? Niki Lauda era ragioniere no? L'esperienza ti porta a questo. Forse lo scorso anno ha capito che se l'auto non può andare oltre il 5° posto, allora si porta a casa il 5° posto. Charles invece è un combattente, a Baku ha commesso un errore e a Monaco serviva più pazienza, ma non era facile partire dietro nella gara di casa. Si sta impegnando e ha voglia di emergere, mi aspetto molto da lui nelle prossime gare."
I MALI FERRARI Tra i tanti temi affrontati, il più interessante è probabilmente quello che spiega il perché del ritardo della Ferrari di quest'anno dalla Mercedes: "Il nostro progetto si adatta male alle gomme di quest'anno, nel 2018 bisognava evitare di surriscaldarle, ora la difficoltà è mandarle in temperatura" - spiega Binotto - "Queste gomme sono diverse anche nella costruzione, non solo sul battistrada, ed è vero che l'anno scorso non abbiamo colto tutte le esigenze legate alle gomme 2019, negli ultimi test di Abu Dhabi erano quasi definitive ma ormai la SF90 era già stata deliberata. [...] Noi ci troviamo bene su piste con una sola tipologia di curve e assetto. [...] Se le gomme non si riscaldano manca grip meccanico e aumenta il sottosterzo. L'auto scivola, le gomme si usurano di più sul battistrada e si raffreddano ampliando il problema, un circolo vizioso, ecco perché su alcune piste i distacchi possono essere ampi."
CREDERCI SEMPRE "Aspetterei fine anno per fare un bilancio" - ha infine aggiunto Binotto per ridare fiducia all'ambiente e ai tifosi - "Perché potrebbe essere molto diverso da quello delle prime sei gare. Abbiamo cominciato la stagione come avevamo finito la precedente, non peggio. Nella seconda parte del 2018 la nostra vettura non era competitiva quanto la Mercedes e forse ora paghiamo il ritardo accumulato. Ma i risultati e la classifica attuale sono severi per la Ferrari. In Bahrain poteva esserci una doppietta e anche a Baku un risultato diverso. L'obiettivo resta arrivare davanti a tutti."