Ecclestone ne è sicuro. C'è una battaglia intestina in Ferrari
DURE PAROLE “Lewis Hamilton ha vinto il mondiale di Formula Uno 2019 mentre Sebastian Vettel no. E' stato mollato dalla Ferrari nel momento più difficile della stagione quando aveva più bisogno di loro. Erano più interessati ai problemi interni del Team". Di certo non le manda a dire Bernie Ecclestone, ex patron della massima serie motoristica a ruote scoperte ai giornalisti di Auto Bild. "Ho come l'impressione che la Ferrari abbia mollato dopo la morte di Marchionne, cadendo in strani errori di strategia, supportando più il partente Raikkonen piuttosto che chi lottava ed era in vantaggio nel Mondiale; Vettel. Sebastian è una vittima di quello che è successo all'interno della Ferrari, non un colpevole."
LOTTE INTESTINE Bernie Ecclestone ha più volte sottolineato come, secondo lui, all'interno della Scuderia Ferrari ci sia una lotta di potere tra il team manager Maurizio Arrivabene e il direttore tecnico Mattia Binotto che dopo la morte di Marchionne avrebbe notevolmente indebolito la squadra. Sempre secondo Ecclestone l'idea di Marchionne era quella di far sopravanzare Binotto al posto di Arrivabene al timone della squadra ma con la scomparsa del manager italiano, Arrivabene avrebbe guadagnato potere all'interno della Scuderia e la faida interna, ancora in auge, avrebbe indebolito la Scuderia Ferrari nella seconda parte della stagione.
LA SCELTA GIUSTA“Il presidente della Ferrari, John Elkann deve prendere una decisione", ha concluso Ecclestone. "Deve scegliere se affidarsi ad Arrivabene o Binotto. Se Binotto dovesse lasciare la squadra sarebbe un enorme passo indietro per la Ferrari e per le possibilità di ritornare a vincere un mondiale di Formula Uno che manca a Maranello ormai da dieci anni".