Gli ultimi GP hanno mostrato quello che sembra ormai più di un sospetto: non è più il motore Mercedes il migliore, scalzato da quello Ferrari
IL TRONO VACILLA Dal 2014 in poi, quando sono state introdotte le sofisticate Power Unit ibride dotate di un motore termico turbocompresso a 6 cilindri, la Mercedes è stata la scuderia dominante sul palcoscenico della Formula 1. Nelle prime quattro stagioni dell'era ibrida, i motori della casa tedesca hanno conquistato 63 vittorie e 72 pole position su un totale di 79 Gran Premi disputati, il che vuol dire aver guardato tutti dall'alto nell'80% circa delle gare e nel 90% delle qualifiche. La pressoché totalità di questi risultati sono ascrivibili alla scuderia Mercedes, tranne una pole position strappata da Felipe Massa in Austria nel 2014 con la Williams.
CRESCE "IL" FERRARI Anche nel 2018 la motorizzazione delle frecce d'argento ha raccolto un buon bottino di vittorie e pole, rispettivamente 3 e 5 su un totale di 10 GP disputati. Se facciamo però un paragone con le percentuali tenute nei precedenti quattro anni, ci si rende subito conto che qualcosa è cambiato. Nel 2018 il motore con più vittorie è quello Ferrari, che con la casa madre di Maranello ha vinto 4 gare e conquistato 4 pole position, dati simili a quelli della Mercedes, e superiori a quelli del motore TAG Heuer (in realtà un Renault) della Red Bull: 3 vittorie e una pole position.
TEAM SATELLITI Ma il secondo indizio che la motorizzazione Ferrari sia cresciuta, al punto di pareggiare e probabilmente sorpassare in prestazioni quella Mercedes, ce lo dà il comportamento dei team dotati delle Power Unit delle due case. Nei primi dieci GP dell'anno la Haas e la Sauber - le due scuderie spinte dal motore di Maranello, si sono comportate mediamente meglio di Force India e Williams, dotate invece del propulsore della casa di Stoccarda.
AGGIORNAMENTO VINCENTE Affidandoci semplicemente alla classifica, senza scendere nel dettaglio delle prestazioni, sono 51 i punti conquistati dalla Haas-Ferrari, senza contare i tanti lasciati per strada per errori dei piloti o del team, contro i 49 della Force India. E sono 19 quelli della Sauber - fanalino di coda della scorsa stagione - contro gli appena 7 della Williams. L'impressione è che con l'ultimo upgrade delle rispettive Power Unit, portato dalla Ferrari in Canada (al settimo GP in calendario) e dalla Mercedes in Francia (all'ottavo), l'equilibrio tra i due propulsori abbia iniziato a pendere con più decisione dalla parte di Maranello.
ROSBERG DIXIT Il terzo e ulteriore indizio, quello che proverbialmente fa la prova, ce lo forniscono le opinioni di alcuni autorevoli personaggi del mondo della Formula 1, a partire da quella del campione del mondo 2016 Nico Rosberg che ha parlato nello scorso weekend di gara a Silverstone, dove Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen sono saliti sul podio del Gran Premio della Gran Bretagna. "Ho potuto apprendere da una fonte privilegiata il motivo della forza della Ferrari" - ha spiegato il pilota tedesco - "Hanno trovato una maggior potenza dal turbo, che è stato aggiornato ed è in grado di aiutare a fornire più prestazioni, In questo momento hanno un piccolo vantaggio."
HORNER CONFERMA. A fare da eco alle parole di Rosberg, arrivano quelle del team principal di uno dei team rivali della Ferrari, Christian Horner, numero uno della Red Bull: "Credo che attualmente (il motore Ferrari) abbia alzato l'asticella" - ha dichiarato anch'esso a Silverstone il dirigente britannico - "La conferma la si può avere guardando ai progressi che stanno mostrando Haas e Sauber."