RICAMBIO CONTINUO Il vivaio della Red Bull è stato negli anni un'autentica fucina di talenti, con un numero impressionante di piloti fatto esordire in F1 attraverso la scuderia minore Toro Rosso. Tra questi, il diamante più prezioso è senz'altro Max Verstappen, di fatto l'unico che è riuscito a soddisfare appieno le aspettative e le pressioni riposte nei giovani talenti dalla casa austriaca e dal suo responsabile per questa sezione, l'ex pilota austriaco Helmut Marko. La girandola di nomi lanciati e rapidamente bocciati è stata sempre molto vorticosa, con promozioni e bocciature continue, come quelle clamorose di Daniil Kvyat e Pierre Gasly, portati in Red Bull e poi rimandati in Toro Rosso/AlphaTauri.
LA CARRIERA Uno dei casi più clamorosi è quello di Jaime Alguersuari, pilota spagnolo chiamato in fretta e furia a prendere il posto di Sebastien Bourdais nell'estate del 2009, in occasione del GP Ungheria. Allora aveva poco più di 19 anni e diventò il più giovane esordiente in F1, record poi battuto dal minorenne Verstappen. Con la scuderia di Faenza resto fino al termine della stagione 2011, conquistando in tutto 31 punti. Uscito dai radar della F1, gareggiò poi in Formula E nel 2014-15, salvo annunciare clamorosamente il ritiro dalle competizioni alla fine del campionatio, ad appena 25 anni. Un addio precoce strettamente legato all'esperienza vissuta all'epoca del vivaio Red Bull.
IL RACCONTO Intervista da El Confidencial, Alguersuari ha spiegato così il modo in cui la Red Bull trattava i suoi talenti: ''La Red Bull si sente in un certo senso come i tuoi genitori, perché sono quelli che hanno pagato per la tua carriera per correre e prendono le decisioni''. Ad impersonare più di tutti il ruolo di severo padre-padrone era proprio Marko, tanto che Alguersuari ha svelato: ''Vi dico una cosa - quando dormo, faccio ancora sogni molto strani su quel periodo. Soprattutto per l'impotenza e la frustrazione di non farcela mai, di vedere il signor Marko sempre arrabbiato, che ci rimprovera. Come se fossimo bambini. Questo ha creato un trauma e sono convinto che anche Buemi (altro pilota del vivaio con lui nella foto corpertina, rilanciatosi poi vincendo il titolo in Formula E e nel WEC, ndr) e molti altri lo stiano vivendo. Non sono riuscito a cancellarlo. Ho fatto terapia, quando sono andato in pensione diversi psicologi mi hanno aiutato... ora, nonostante ciò, mi vengono in mente cose strane. E a volte mi sveglio, tipo, piangendo, dopo aver sognato di aver fatto un bel giro solo per vedere la faccia del signor Marko, arrabbiato''.