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Formula 1

Il maxi calendario da 24 GP non piace a Ecclestone: "Completamente folle"


Avatar di Luca Manacorda, il 30/09/23

1 anno fa - L'ex Supremo della F1 critica il calendario proposto da Liberty Media

Ecclestone boccia calendario e gare americane: "Completamente folle"
L'ex Supremo della F1 critica il calendario proposto da Liberty Media, con troppe gare e troppo "americano"

Nel suo ruolo di amministratore delegato della F1, Bernie Ecclestone ha contribuito alla diffusione su scala mondiale della F1. Il 92enne britannico è stato l'artefice dell'allargamento del calendario e dell'introduzione di nuovi gran premi per aumentare il bacino di spettatori, aprendo a nuovi mercati in particolare nel continente asiatico. Lui stesso, però, ritiene che ora si stia esagerando: Liberty Media, subentratagli nel 2017, ha previsto per il 2024 un calendario con ben 24 gran premi.

BEN OLTRE IL LIMITE In una lunga intervista rilasciata al Daily Mail, Ecclestone ha sottolineato le criticità di un calendario così affollato: ''La mia opinione è che 18 gare siano sufficienti. Ne abbiamo fatti 20 e spesso ho pensato che fosse un po’ troppo, perché bisogna pensare alle squadre. Tra non molto dovranno impiegare il doppio del personale. Con 22 o 23 gare ci saranno troppi divorzi. È solo questione di quando''.

INTERESSI ECONOMICI L'ex Supremo della F1 ha poi spiegato come in corso ci sia uno scontro tra interessi economici attuali e rischi sul lungo termine: ''Posso capire i promoter, perché possono dire che stanno firmando accordi a lungo termine e questo a quanto pare fa guadagnare all'azienda per cui lavorano molti più soldi. Possono dire di avere contratti da 10 anni o più, quindi quello che stanno facendo è giusto al 100% dal punto di vista commerciale. Ma senza ombra di dubbio mi limiterei a 18 gare prestigiose. Questo perché, per quanto i contratti siano sulla carta, non sappiamo se all’improvviso gli organizzatori decideranno che non funzioni troppo bene e si fermeranno. Singapore stava per farlo. Mi hanno telefonato e mi hanno chiesto cosa ne pensassi, ho detto loro che avrebbero dovuto vedere come andava a finire. Io ho spostato il calendario da 18 a 20 gare. Non voglio trovare scuse per me stesso, ma quello avvenne in un momento in cui lo stavamo allargando dall'Europa al resto del mondo''.

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ECCESSIVA AMERICANIZZAZIONE Oltre al calendario intasato, Ecclestone rinfaccia a Liberty Media e al suo successore nel ruolo di CEO, Stefano Domenicali, la trasformazione in show all'americana del campionato e in particolare dei gran premi che si svolgono proprio negli Stati Uniti: ''Non so quale sia la posizione di Stefano. Penso che sia un po’ più consapevole di ciò che pensa la gente in America. Ma credo che voi possiate vederlo con le gare che stanno facendo in America, penso sia completamente folle. Quella di Miami: il modo in cui correvano era pazzesco, cercavano di essere americani piuttosto che seguire il modo in cui lo facevo io, che cercava di essere pura F1 così com'era, invece che come avrebbe potuto essere. Forse hanno completamente ragione; forse ho sbagliato cercando di mantenere lo spettacolo più da F1. Guardo ogni sessione di prove libere e ogni gara e guardo e penso: 'Mio Dio, stiamo cercando di mostrare la F1 o stiamo cercando di mostrare altre cose?''.

F1 GP Miami 2023: Max Verstappen (Red Bull Racing)F1 GP Miami 2023: Max Verstappen (Red Bull Racing)

L'EFFETTO NETFLIX Secondo Ecclestone, alla base di questa trasformazione c'è anche il successo della docuserie ''Drive to Survive'' prodotta da Netflix. La capacità di catturare nuovi spettatori ha fatto sì che il campionato abbia cercato di assecondare la produzione televisiva: ''Netflix li ha catturati e loro lo seguono un po’ troppo. Netflix è nel settore dell’intrattenimento finché gli fa comodo. Non è come le nostre vecchie emittenti che sono con noi da sempre''.


Pubblicato da Luca Manacorda, 30/09/2023
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