Ha fatto decisamente discutere la scelta, comunicata ai media nel corso del weekend del GP degli Stati Uniti ad Austin, di Max Verstappen dinon prendere parte alla nuova stagione di Drive to Survive. La celebre docu-serie Netflix ègià arrivata alla quarta edizione, ed è in programma per il prossimo mese di marzo quando, alla vigilia della stagione 2022, saranno raccontati i fatti del Mondiale attualmente in corso. Senza, però, la partecipazione diretta – nella prima stagioneerano state Mercedes e Ferrari a rifiutarsi di partecipare– di uno dei due piloti in lotta per la vittoria del titolo. E se, da vari piloti di F1, sono arrivate ledifese dell’operato della troupe di Netflix, nel post GP Usa è stato addirittura Toto Wolff a sposare la causa del colosso dello streaming.
La copertina della quarta stagione di Drive To Survive (Netflix)
TOTO DIFENDE NETFLIX “All’inizio non eravamo favorevoli a partecipare perché volevamo concentrarci sulle prestazioni in pista. Ma mi sbagliavo, perché il loro è chiaramente un grande successo”, ha spiegato il team principal della Mercedes, che ha fatto riferimento al pienone di Austin, secondo molti osservatori agevolato proprio dalla risonanza di Drive to Survive negli States. “Ovunque nel mondo e per un bel periodo di tempo – ha proseguito il manager austriaco – è stato il documentario più visto su Netflix e ormai è diventato parte della Formula 1. Possiamo chiaramente vedere quanto sia stato positivo per il nostro ambiente”.
Troupe Netflix lavora nel paddock alla realizzazione della docu-serie
CONTENUTI FALSI? Wolff ha anche risposto direttamente a Verstappen, che ha invece accusato Netflix di aver creato contenuti falsi, poco fedeli con quanto accade effettivamente in pista: “Il nostro è principalmente uno sport ed è vero che dobbiamo restare vicini ai valori del nostro sport, senza trucchi. Ma è vero che lo sport è anche intrattenimento e credo che questi ragazzi ci abbiano portato in una nuova dimensione. Il feedback che abbiamo ricevuto dagli appassionati è incredibile, specialmente negli Stati Uniti”. La riprova sono proprio i 400.000 spettatori complessivi del weekend del Circuit of the Americas: “Ho amato restare imbottigliato nel traffico per ore. Scherzi a parte, abbiamo una grande opportunità. Stiamo già facendo molto bene all’estero, ma questo è solo l’inizio”.