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PREPARATIVI AGLI SGOCCIOLI Il circuito di Losail è forse l'architettura ''moderna'' più vecchia di tutta Doha (e dintorni), una città in continua espansione, brulicante di vita e cantieri di opere avveniristiche, che ti accoglie con grattacieli non troppo alti ma dalle forme financo buffe, in grado di dare densità allo skyline cittadino e quella sensazione di trovarsi in un set di un film futuristico. Nei giorni scorsi tutto attorno al circuito migliaia di persone hanno lavorato febbrilmente, e continuano a farlo, per far sì che il weekend del primo Gran Premio del Qatar della storia sia memorabile, anzi no, sia perfetto, sotto ogni punto di vista. Ci sono giardinieri che sistemano le aiuole anche nei sottopassi, e orde di poliziotti e volontari che dirigono le operazioni. Tutti i membri della comunità sono estremamente cordiali, dal tizio a cui chiedi informazioni e ti offre un té caldo - o (meglio, vista l'arsura ''invernale'') una valanga di bottigliette d'acqua - a ogni singolo funzionario coinvolto nel verifica dei documenti e nella sorveglianza delle norme anti-Covid-19.
BELLA FIGURA In questo clima di città a tratti schematica ma anche un po' caotica, premurosa ma al contempo poco decifrabile da noi occidentali (anche per via dell'ostica lingua), la Formula 1 rappresenta l'ennesima opportunità di crescita, dopo quelle offerte da Superbike e MotoGP, o dai mondiali di ciclismo, ginnastica e pallavolo, e va ad affiancare gli attesissimi mondiali di calcio del prossimo anno, nel quadro generale di un impegno ai massimi livelli del ricco paese arabo al fine di, in primis fare bella figura con il mondo, e poi affermarsi come punto di riferimento del Medio Oriente, scalzando le realtà già affermate degli Emirati Arabi Uniti (da Dubai ad Abu Dhabi). ''Formula 1'' è una parola che in questi giorni spalanca porte e srotola tappeti rossi, ma basterà questo lodevole e massiccio sforzo per far sì che il primo GP del Qatar (il primo di tanti, visto l'accordo firmato dal Losail International Circuit con la FOM) sia un successo?
LIMITI E TRENINI Tagliamo subito la testa al toro: l'incognita più grande è la pista. L'atmosfera sarà affascinante, è vero, vi si correrà in notturna con partenza al tramonto (come già visto, peraltro, ad Abu Dhabi), ma diversi sono i fattori che potrebbero vanificare gli sforzi di tutti, producendo uno spettacolo non all'altezza. In ordine cronologico la prima grana sarà rappresentata dai track limits, che in ben cinque curve della pista (4, 12, 13, 14 e 16) saranno un problema per tutti i piloti, non tanto nelle sessioni di libere - quando potranno comodamente prendervi le misure - quanto in qualifica, dove un millimetro di troppo potrebbe condizionare l'intero weekend. Poi c'è il layout di Losail: una conformazione molto tortuosa, perfetta per le moto, ma che non sembra sulla carta essere fatta per una gara di auto, con una sola zona DRS sull'unico rettilineo degno di nota della pista (ovviamente quello del traguardo). Questo potrebbe complicare le possibilità di sorpasso e condurre al rischio di noiosi trenini su modello ungherese (ma anni 90', visto che quantomeno all'Hungaroring si è intervenuti nel 2003 ridisegnando una prima curva che ha aperto interessanti prospettive di sorpasso in tutto il primo settore del circuito).
IL PIEDE GIUSTO A salvare la situazione potrebbero però arrivare le strategie e l'incognita sabbia. Intendiamoci, la pista di Losail è divertente dal punto di vista della guida, grazie a tratti molto scorrevoli e all'alto carico aerodinamico (a detta anche dei due soli piloti che l'hanno affrontata, Perez e Mazepin), ma resta l'incognita sorpassi, perciò gli strateghi dovranno affilare le proprie menti ai box per trovare la combinazione di mescole più idonea da dipanare sui 57 giri totali. La sabbia potrebbe complicare ulteriormente la situazione e costringere a più di due pit-stop per terminare in maniera ottimale la gara. Insomma, c'è tanta carne al fuoco e - come anche per l'altra novità araba, Jeddah, tra due settimane - i punti interrogativi a cui dare risposta saranno molti. Intanto, tra un salamelecco e un'aiuola perfettamente curata, la città è pronta a ospitare il Circus più grande del mondo: che si accendano le luci e si aprano le danze, ci accontenteremmo di un GP bello anche solo la metà rispetto a quello visto la scorsa settimana a Interlagos, sarebbe sicuramente una partenza con il piede giusto per Losail, per Doha e per tutto il Qatar.