LA SCADENZA DI LUGLIO Con otto gran premi già annullati o posticipati, la stagione 2020 di F1 non conosce ancora la data in cui potrà prendere ufficialmente il via. L'amministratore delegato Chase Carey è ancora convinto di poter portare a casa un calendario che comprenda tra le 15 e le 18 gare, ma per raggiungere questo obiettivo - che limiterebbe le perdite economiche che stanno registrando le scuderie - si dovrà assolutamente iniziare a correre nel mese di luglio.
F1 GP Australia 2020, Melbourne: Chase Carey, capo di Liberty Media e presidente della FOM
LA CHANCE DI SILVERSTONE Ovviamente ogni discorso è legato al successo delle operazioni di contenimento della diffusione della pandemia di coronavirus nel mondo. La situazione resta dunque incerta, ma le scuderie sono pronte a tutto per iniziare ad accendere i motori. Lo scenario più probabile emerso nel corso della riunione tenutasi lunedì prevede che la prima gara si disputi a Silverstone, dove è in programma il GP Gran Bretagna. Questo perché, con sette scuderie che hanno sede in quella nazione, i problemi di logistica sarebbero minori e ristretti ai viaggi di Ferrari, Toro Rosso e Alfa Romeo Sauber. Oltre alle limitazioni sui viaggi, è quasi certo che anche gli assembramenti di pubblico dovranno ancora sottostare a numerose regole. Per questo, i team sono pronti a correre a porte chiuse i primi gran premi, un po' come sarebbe dovuto avvenire in Bahrain per il secondo appuntamento dell'anno, poi rinviato.
CAREY TAGLIA Intanto, dopo i tagli di stipendio attuati da McLaren, Williams e Racing Point, anche Carey ha deciso di rinunciare su base volontaria a una parte del suo stipendio. Il manager americano, boss della F1 targata Liberty Media, si è decurtato del 20% il proprio stipendio.