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TENSIONE AI MASSIMI LIVELLI Ad Austin è andato in scena il primo confronto pubblico tra Chris Horner, team principal della Red Bull, e i media dopo la conferma dell'infrazione del budget cap da parte della sua scuderia nel corso del 2021. A rendere ancora più elettrica l'atmosfera, la presenza accanto al britannico di Zak Brown, CEO della McLaren e autore di una discussa lettera recapitata nei giorni scorsi a Mohammed Ben Sulayem, presidente della FIA, nella quale chiedeva massima severità nei confronti della scuderia austriaca.
F1 2022, GP Stati Uniti: Zak Brown (McLaren)
LA REPLICA DI HORNER Proprio dall'azione del numero 1 McLaren è partita la replica di Horner, tutt'altro che pronto ad ammettere colpe da parte della Red Bull: ''È tremendamente deludente che un altro concorrente ti accusi di barare. Accusarti di attività fraudolenta è scioccante. È assolutamente scioccante che un altro concorrente senza i fatti, senza alcuna conoscenza dei dettagli, possa fare quel tipo di accusa. Siamo stati processati a causa delle accuse rese pubbliche da Singapore, della retorica del 'trucchetto', della retorica che abbiamo tratto da questo enorme vantaggio. I numeri che sono stati diffusi dai media sono lontani miglia dalla realtà''.
DANNI AL MARCHIO E NON SOLO La controffensiva di Horner sulla fuga di notizie relativa al budget cap della Red Bull è poi proseguita con accuse anche pesanti che hanno tirato in mezzo, nel ruolo di vittime, i figli di alcuni dipendenti: ''Il danno che viene fatto al marchio, ai nostri partner, ai nostri piloti, alla nostra forza lavoro in un'epoca in cui la salute mentale è prevalente, stiamo assistendo a problemi significativi all'interno dei nostri dipendenti. Stiamo ricevendo notizie di ragazzi vittime di bullismo nei parchi giochi, figli dei nostri dipendenti. Non è giusto che tutto ciò arrivi attraverso accuse fittizie di altre squadre. Non puoi andare in giro a fare quel tipo di accusa senza alcun fatto o sostanza. Quindi siamo assolutamente sconvolti dal comportamento di alcuni dei nostri rivali''.
LA REPLICA DI BROWN Seduto al fianco di Horner, Brown ha respinto le accuse sottolineando come nella sua lettera non si facesse riferimento diretto alla Red Bull: ''Non ho menzionato nessuna squadra. È stata una risposta generale ora che siamo nell'era del tetto di costo: se qualcuno lo viola, ecco quali pensiamo siano alcune delle ramificazioni. Tutto quello che stavamo facendo era offrire volontariamente la nostra opinione affinché loro la prendessero in considerazione''.