Le parole dei due team principal di Ferrari e Mercedes, Mattia Binotto e Toto Wolff, dopo l'esito del GP d'Australia
BUGIE Da una parte la delusione, dall'altra la soddisfazione. Il team principal Ferrari Mattia Binotto e quello Mercedes Toto Wolff vivono emozioni agli antipodi dopo il primo weekend dell'anno, che ha visto Valtteri Bottastrionfare davanti a Lewis Hamilton nel Gran Premio d'Australia, nonché le rosse sprofondare in quarta e quinta posizione con Sebastian Vettel e Charles Leclerc. In Mercedes dicono di essere essi stessi sorpresi del risultato raggiunto, quasi cadendo da un pero. "Siamo forti? Proprio non ce l'aspettavamo, pensavamo che la Ferrari fosse avanti di mezzo secondo..." l'ironico riassunto di quanto affermato nelle scorse settimane dagli uomini di Stoccarda, con la conseguenza che adesso appaiono evidenti a tutti i loro nasi lunghi e le rispettive gambe corte.
PUNTI DEBOLI Certo però, in questo caso meglio avere i nasi che i musi lunghi, come quelli che si sono visti al muretto della Ferrari dove per tre giorni non si è trovato il bandolo della matassa, senza riuscire a estrarre dalla SF90 quel potenziale che sembrava esserci, e in abbondanza, nel corso dei test di Barcellona. Dov'è la verità? Come da proverbio, più o meno nel mezzo. La monoposto uscita dalla fabbrica di Maranello ha dei punti di forza inconfutabili: è manegevole, veloce, potente, ma anche parecchi problemi che non erano emersi, o più probabilmente erano stati ben celati, legati alla gestione dei pneumatici e alla messa a punto del setup. L'analisi del weekend è stato oggetto delle parole del team principal Mattia Binotto dopo lo sventolio della bandiera a scacchi.
GARA IN DIFESA "Non ci siamo sentiti a nostro agio su questa pista." - esordisce chiaramente Binotto - "Pur avendo lavorato molto sul setup non abbiamo trovato un bilanciamento giusto, e anche le posizioni in qualifica hanno dimostrato le nostre difficoltà di adattamento al tracciato di Albert Park. In gara poi, nel primo stint abbiamo cercato di tenere il ritmo. Charles ha commesso un piccolo errore che non gli ha permesso di rimanere a ridosso dei leader mentre la vettura di Sebastian dopo il pitstop, con la gomma media, non ha mai trovato il grip giusto e il pilota non è stato in condizione di attaccare chi gli stava davanti. Quando Seb non è riuscito a difendersi dagli attacchi di Verstappen abbiamo deciso che la cosa più importante era arrivare al traguardo gestendo le gomme. Quando Charles lo ha raggiunto, ci è sembrato opportuno non prendere rischi. Lasciamo l’Australia con una gran quantità di dati da analizzare per capire come tornare ai livelli di competitività che ci appartengono per la gara del Bahrain fra due settimane”.
CHE SORPRESA! Dal canto suo Toto Wolff se la ride dietro la sua faccia sorniona, e davanti ai microfoni della stampa continua la sua strategia del "guardate loro, non guardate noi", sebbene sarà ora più dura distogliere l'attenzione dalla Mercedes dopo le prestazioni di domenica. Il giro record di Bottas, con gomme usate sul finale di gara, è stato eloquente più di quanto non lo siano le parole di Toto: "Siamo sorpresi dalla velocità che abbiamo mostrato per tutto il weekend, ma ce la prendiamo" - ha dichiarato il numero 1 di Stoccarda - "La Ferrari è veloce ma se il setup non funziona tutto comincia a girare male, credo sia successo questo."
COME NICO E LEWIS? Il pensiero di Toto Wolff va poi al suo sorprendente pilota Bottas, che se dovesse presentarsi così in forma anche nei prossimi appuntamenti potrebbe diventare una spina nel fianco per Hamilton. Ma il manager austriaco è sicuro che tra i due non ci saranno i problemi che si erano visti nel triennio 2014-2016 tra Lewis e Nico Rosberg: "Valtteri prima dell'inverno mi aveva detto che era stanco, sia fisicamente che mentalmente, poi a gennaio ha lavorato su sé stesso e si è presentato in formissima all'inizio della stagione: è questo il Valtteri che conosco." - ha spiegato Wolff, prima di concludere - "Fra Nico e Lewis c'era una rivalità personale, con Valtteri è tutto più facile. Almeno mi sembra..."