Il 1° maggio del 1994 se ne andava Ayrton Senna, dopo l'incidente di Imola. Un pilota diventato leggendario
24 ANNI Sono passati 24 anni da quando ci ha lasciato Ayrton Senna da Silva. Era il 1° maggio 1994, al settimo giro del Gran Premio di San Marino. La pista di Imola, già tinta di rosso per la disgrazia del sabato con sfortunato protagonista Roland Ratzenberger, si preparava a consegnare all'immortalità uno dei piloti più amati della storia della Formula 1.
NUMERI DA LEGGENDA A volte i numeri non dicono tutto, di un pilota. 41 vittorie, 65 pole position, 19 giri veloci e 80 podi su 161 Gran Premi disputati ci parlano di un uomo capace di partire davanti a tutti una gara si e due no, di vincere una gara su quattro e di andare a podio nella metà delle corse a cui ha partecipato. Sono numeri raggiunti in 10 anni di carriera, quando i campionati duravano 16 gare e non più di 20 come adesso, quando i rivali si chiamavano Piquet, Prost, Lauda, Berger, Alboreto, Mansell, Schumacher. Sono numeri ottenuti avendo l'auto più veloce della griglia solo in 4 anni su 10. Erano anni in cui in Formula 1 chi aveva il manico si vedeva lontano un miglio. E Senna era tra questi.
RICORDO VIVO Il fatto che Ayrton Senna sia ancora amato da milioni di persone nel mondo è assolutamente fuori discussione. Nel 2014 ad Imola si tenne una commemorazione capace di portare oltre 30 mila persone in autodromo, solo per rendere omaggio al tricampeon brasiliano. Anche oggi, a 24 anni di distanza, i social sono letteralmente intasati di post, foto, frasi e pensieri sia dalle alte sfere dell'automobilismo che tra i semplici appassionati.
L'EREDITÀ Viviane Senna, sorella di Ayrton e madre di Bruno Senna, è responsabile dell'Instituto Ayrton Senna, fondazione che si è posta l'obiettivo di aiutare i bambini brasiliani che vivono in condizione di povertà per assicurare loro un futuro, un'istruzione e un lavoro. Si tratta di un progetto voluto dallo stesso Ayrton, e che adesso ne ricorda il nome nel migliore dei modi. Anche questi gesti servono a dare una dimensione dell'uomo prima ancora che del pilota.