ARRIVEDERCI SAN PAOLO I rapporti tra Liberty Media e gli organizzatori del Gran Premio del Brasile a Interlagos sono recentemente diventati a dir poco gelidi, specie in seguito allascelta della Formula 1 di cancellare la gara di quest’anno a causa della pandemia da CoViD-19. Nel futuro della gara a San Paolo, di scena su uno dei tracciati storici del circus, molto apprezzato da pubblico e piloti, dopo il coronavirus c’è un altro ostacolo ancora più rognoso: Rio De Janeiro. Già negli scorsi anni la metropoli che ha ospitato le ultime Olimpiadi si era fortemente candidata per il ritorno della F1, sostenuta anche dal presidente Jair Bolsonaro. Una candidatura che adesso diventa realtà, specie dopo la lettera del quasi ex-Ceo di Liberty –sarà sostituito dal 1° gennaio da Stefano Domenicali– Chase Carey al governatore dello Stato di Rio, Claudio Castro.
F1 GP Brasile 2019, Interlagos: uno degli iconici cordoli verdeoro della pista di San Paolo
LA LETTERA Intercettata e pubblicata dal media locale O Diario Motorsport, la lettera riporta lo stato ormai avanzatissimo delle trattative per il ritorno della Formula 1 a Rio, dopo l’ultima gara disputata nel 1989 a Jacarepaguà, circuito abbandonato e infine demolito per far posto al Parco Olimpico. “Caro Governatore – si legge nella missiva inviata da Carey – grazie per il tuo supporto per l’appuntamento della Formula 1 in Brasile. Ti scrivo per aggiornarti sul fatto che abbiamo raggiunto un accordo con Rio Motorsport LLC per ospitare, organizzare e promuovere l’evento a Rio De Janeiro. Il contratto è pronto per essere messo in pratica e sarà annunciato quando arriveranno le necessarie licenze dalle autorità competenti. Sentiti libero di contattarmi in ogni momento, non vediamo l’ora di mettere in atto il nostro eccitante futuro in Brasile”.
Il progetto del nuovo circuito di Rio De Janeiro
LE POLEMICHE Le parole di Carey, insomma, non lasciano granché spazio all’immaginazione: il Gran Premio del Brasile, salvo sorprese clamorose, nei prossimi anni si terrà sul nuovo circuito di Rio de Janeiro abbandonando il mitico Interlagos. Una scelta che ha già scatenato le polemiche da parte degli appassionati, dispiaciuti di perdere una delle piste più iconiche e spettacolari del calendario. Non è tutto perché, stando ai progetti presentati negli scorsi mesi, il nuovo circuito di Rio sorgerà nell’area della foresta di Camboata, una delle ultime zone del territorio nei dintorni di Rio non ancora soggetta alla deforestazione.
La foresta pluviale di Camboata vista dall'alto. Sullo sfondo c'è Rio De Janeiro
LA PETIZIONE Non è un caso l’utilizzo del termine “ancora”, visto che la costruzione del tracciato progettato dall’archistar della Formula 1, Hermann Tilke, porterà all’abbattimento di 200.000 alberi di foresta pluviale. E anche se il consorzio Rio Motorsport si sarebbe impegnato a compensare l’impatto ambientale attraverso l’impianto di 700.000 nuovi alberi (ma in aree diverse), in Brasile già spopolano petizioni online supportate dall’hashtag #BrazilSaysNoToDeforestation (il Brasile dice no alla deforestazione). Una situazione che certo, al di là di ogni altra considerazione, stride con lapolitica green da “impatto zero” tanto decantata dalla F1.