Intervenuto al Festival dello Sport Eddie Irvine ha raccontato aneddoti sull'arrivo di Schumacher in Ferrari: "Pilota incredibile"
TEMPO DI RECORD Con lavittoria di Valtteri Bottase il terzo posto di Lewis Hamilton nell’ultimoGp del Giappone, la Mercedes ha portato a casa la matematica certezza di vincere entrambi i titoli 2019. Un avvenimento storico perché, con sei mondiali costruttori di fila, la casa tedesca eguaglia (e sorpassa sul piano dei campionati piloti consecutivi) la mitica Ferrari dell’epoca Schumacher-Todt-Brawn. Tempo di bilanci e confronti, dunque, con protagonisti di quell’epoca spesso interpellati per ricordare un periodo di successi apparentemente irripetibile. Così è accaduto anche per Eddie Irvine, compagno di Michael per quattro stagioni dal 1996 al 1999.
PROFESSIONISTA “Schumacher – ha raccontato il pilota irlandese in occasione del Festival dello Sport di Trento organizzato da La Gazzetta dello Sport – era proprio un vero tedesco tranne quando si trattava di bere, cosa in cui era assolutamente terribile. Michael era molto professionale, lavorava molto duramente, un professionista esemplare. Ricordo che quando è arrivato lui, tutti quanti in Ferrari avevano il loro ruolo e sapevano di avere tantissime cose da fare. Eravamo molto indietro su tanti aspetti, ma Michael aveva l’obiettivo di vincere con la Ferrari”.
F1 GP Monaco 2019, Monte Carlo: Eddie Irvine (ex pilota Ferrari)
EPOPEA SCHUMI Ed è proprio anche grazie a questo atteggiamento del suo “condottiero” che, secondo Irvine, la Rossa di Maranello è riuscita a raggiungere successi impensabili qualche anno prima: “Era molto determinato, tutti i team lo avrebbero voluto in squadra ma lui semplicemente voleva vincere con la Ferrari. Avrebbe potuto forse vincere molto di più andando da altre parti, però lui era molto concentrato sul suo obiettivo. E alla fine, dopo tanti anni in cui ci è arrivato vicino, ha vinto il campionato del mondo di Formula 1 per cinque volte di fila. Con la Ferrari, anche grazie al suo duro lavoro. Un grande talento, ma soprattutto una grande perseveranza e determinazione. Era un pilota incredibile”.