Quella tra Fernando Alonso e la Ferrari è una delle più grandi storie d’amore finite male nella storia recente del motorsport. Il pilota spagnolo ha soltanto sfiorato, nel 2010 e nel 2012, la possibilità di centrare il titolo mondiale, finendo poi per lasciare una scuderia ormai allo sbando dopo il brusco tonfo del 2014. Il talento dell’asturiano, oggi fresco quarantenne portabandiera di casa Alpine –per il momento con altrettante (s)fortune– ha però lasciato un segno indelebile a Maranello. A confermarlo è l’ex direttore sportivo del Cavallino, Massimo Rivola, attualmente a capo dell’Aprilia in MotoGP.
F1 2013: Fernando Alonso alla guida della Ferrari F138
ALONSO, IL RICORDO DI RIVOLA In un’intervista concessa al quotidiano Il Foglio, Rivola ha infatti ricordato il periodo in cui Fernando correva con la rossa, mostrando un’intelligenza tattica e una conoscenza di quanto accadeva in pista assolutamente fuori dal comune. “Non ho mai visto nessuno – ha spiegato l’ex Ds Ferrari – capace di leggere le corse come lui. A un certo punto ci faceva davvero quasi sentire degli idioti al muretto, visto che sapeva tutto quello che succedeva”.
F1 2021: Fernando Alonso (Alpine F1 Team) di fianco all'amico Carlos Sainz (Scuderia Ferrari)
DA UNO SPAGNOLO ALL’ALTRO “Noi avevamo un sacco di monitor con tanti dati davanti agli occhi – ha poi aggiunto Rivola – ma spesso era lui che, mentre faceva il suo lavoro guidando la macchina, arrivava alla conclusione corretta prima ancora di noi”. Un’attitudine che in qualche modo Rivola ritrova anche in Carlos Sainz, pupillo del due volte campione del mondo, giunto proprio l’anno scorso a Maranello: “Le performance di Carlos non mi sorprendono. Per tanto tempo ho consigliato di ingaggiarlo, è sempre stato molto forte, veloce e intelligente”.