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OLTRE AL DANNO, LA BEFFA Una domenica da dimenticare per Fernando Alonso quella del Gran Premio degli Stati Uniti ad Austin. Il pilota spagnolo ha offerto una performance superlativa sia prima, sia soprattutto dopo l'incidente con la Aston Martin di Lance Stroll, quando - rientrato ai box per cambiare il musetto - si è ritrovato in 17° posizione, rimontando furiosamente fino alla settima piazza finale. Tutto bellissimo se non fosse che, nel corso della rimonta, lo spagnolo ha perso lo specchietto destro, che era stato danneggiato dal tremendo volo effettuato dopo l'incidente, e che si è poi staccato nel corso della gara. La Haas, che con Kevin Magnussen era giunta nona sotto la bandiera a scacchi, ha notato il fatto e presentato un reclamo alla Direzione Gara, reclamo che è stato poi accolto per guida in condizioni non sicure del pilota spagnolo.
Alonso and Stroll come together 💥😮#USGP#F1pic.twitter.com/H8Wbs0GaXL
— Formula 1 (@F1) October 23, 2022
PUNTA NEL VIVO Nella protesta della Haas si sottolinea come, per ben tre volte quest'anno, sia stata esposta la bandiera nera e arancione ai suoi piloti a causa di pezzi traballanti sull'auto, mentre ciò non fosse successo con la Alpine di Alonso. Dopo il contatto con Stroll, in effetti, quando Alonso è rientrato ai box per cambiare l'ala danneggiata, il suo specchietto era già penzolante, e non ha ricevuto alcun tipo di intervento da parte dei meccanici. Dai camera car è stato possibile vedere come il pezzo fosse non fissato, e - soprattutto in rettilineo - traballasse pericolosamente, fino a staccarsi, infine, dopo 38 minuti di sobbalzi. Durante quel periodo il manager della Haas, Peter Crolla, ha allertato due volte la direzione gara, che ha risposto di aver notato ed esaminato la questione.
Onboard with Alonso during that collision with Stroll
Both drivers are ok and, amazingly, Alonso has managed to get going again #USGP#F1pic.twitter.com/xyAHqiDry9VEDI ANCHE— Formula 1 (@F1) October 23, 2022
DIFESA RESPINTA La Alpine si è difesa spiegando come il Gran Premio del Giappone 2019 avesse stabilito un precedente, visto che sia ad Hamilton, sia a Leclerc, fu allora permesso di correre con specchietti allentati, ma tale tesi - presentata dal direttore tecnico Alan Permane - non ha convinto la Direzione Gara, che ha inflitto ad Alonso 30 secondi di penalità (l'equivalente di uno stop and go di 10 secondi). La conseguenza è stata l'uscita dalla zona punti e un crollo dalla settima posizione fino alla 15° dello spagnolo. Hanno beneficiato di questo cambiamento Sebastian Vettel (Aston Martin), Kevin Magnussen (Haas), Yuki Tsunoda (AlphaTauri) ed Esteban Ocon (Alpine), che hanno guadagnato una posizione a testa. Jo Bauer - delegato tecnico FIA - e Nick Tombazis - responsabile FIA delle monoposto - hanno convenuto che nei precedenti citati non sussistesse un pericolo di distacco del pezzo, evidente invece nel caso di Alonso. Resta lo sconcerto per il fatto che - in 38 minuti - nessuno abbia esposto una bandiera nera e arancione alla monoposto numero 14.
RED BULL ASSOLTA La Haas aveva presentato una protesta anche contro Sergio Perez, il quale aveva perso una piastra terminale dell'ala anteriore a inizio gara, ma - in questo caso - il reclamo è satto respinto. Sempre Jo Bauer ha dichiarato che, dopo il distaccamento del pezzo dalla monoposto del messicano, la Red Bull ha fornito fotografie delle loro auto che hanno permesso ai commissari di determinarne la non pericolosità. In entrambi i casi i commissari hanno deciso di accogliere le proteste della Haas, nonostante non siano state formalmente presentate entro i 30 minuti dalla pubblicazione della classifica provvisoria, in quanto ''in questo caso specifico, non sarebbe stato possibile farlo nei tempi previsti dal regolamento''.