Andreucci domina la gara e allunga in classifica generale su Campedelli e Scandola
ANDREUCCI/ANDREUSSI – PEUGEOT 208 T16 : A partire da oggi, “Ucci” e “Ussi” potrebbe essere un nuovo piatto tipico della sfarzosa e ammiccante cucina salentina. Buono eh, parecchio, ma del tutto indigesto per la concorrenza. Paolo e Anna con la Peugeot 208 T16 di Peugeot Sport Italia hanno infatti dominato il 50° Rally del Salento lasciando, per restare in tema, giusto le briciole agli avversari. 10 prove specialivinte sulle 14 in programma sono una mazzata da ko, un “destro” da far traballare la mascella come la gelatina sul vassoio. Nemmeno un errore, o una qualsivoglia sbavatura, no, niente di tutto questo. In un rally come quello del Salento dove al via vengono distribuiti bonus per almeno tre errori gratuiti di prova. Scherziamo, è chiaro, ma in quest’angolo di paradiso, le prove speciali sono un’insidia perenne. Asfalto che a volte si mescola con la terra, cambiamenti di grip che è come correre quattro rally in uno, e i muretti a secco… ahhhh….. proprio loro, temuti come il topolino dall’elefante. “Ucci” e “Ussi” hanno schivato il campo minato con la leggiadria tipica delle “punte” da danza classica. Ma senza risparmiarsi, dando fondo a tutto quello che avevano, consci che questo Rally del Salento potrebbe essere una svolta importante per il campionato. Il prossimo Rally di San Marino, per vari motivi dovrebbe essere molto più ostico per l’equipaggio di Peugeot Sport Italia, ma il vantaggio accumulato in classifica dovrebbe consentire una gara “in difesa” per poi tornare ad attaccare al Rally di Roma Capitale e al Rally Due Valli. In ogni caso, saranno gli avversari a doversi rimboccare le maniche. Paolo Andreucci, Anna Andreussi e la Peugeot 208 T16 ancora una volta superlativi. Chapeau! Andreucci e Andreussi – voto: 10
CAMPEDELLI/OMETTO – FORD FIESTA R5: La dichiarazione di Simone Campedelli è un capitolo a parte nella storia del 50° Rally del Salento: “Paolino (alias Andreucci) non ha ancora voglia di firmare per la pensione con l’Inps”. Già, le cose stanno proprio cosi, perciò chiunque voglia conquistare il Titolo Tricolore 2017 lo dovrà fare sul campo, e con molto onore. Simone è notoriamente un combattente, uno che non molla mai, come il bulldog che ha tra i denti l’osso preferito. E in più, negli ultimi tempi, ha imparato ad essere meno “falloso”, a non cascare nel tranello della “campedellata” che prima era sempre dietro l’angolo e fin troppo ben in vista. Guardiamo quello che è successo proprio nel weekend appena trascorso, in Salento. Quando i muretti hanno iniziato a farsi troppo vicini, e il respiro troppo corto, o assente come per il record mondiale d’apnea, il buon Simone ha optato per la tattica del “un pareggio in trasferta può anche andar bene”, senza tirare troppo i remi in barca ma veleggiando verso il traguardo ben lontano dalla scogliera. Un atteggiamento che non basterà per diventare campione italiano rally ma che alternato a qualche prestazione convinta e aggressiva, ad esempio al prossimo Rally dell’Adriatico, potrebbe mantenere viva fino all’ultimo la speranza. Altro discorso riguarda il team. Il problema ai freni patito dalla Ford Fiesta R5 nella prima parte di gara 2 è un jolly ormai speso sul tavolo verde, da qui in avanti non ce ne saranno molti altri. Team avvisato… risultato salvato! Campedelli/Ometto – voto: 8,5
SCANDOLA/D’AMORE – SKODA FABIA R5: Non è “Sul viale del tramonto” e nemmeno “Titanic” ma rischia seriamente di diventare “Fuga…dalla vittoria”. Ora, i cinefili stiano tranquilli, lo sappiamo che il terzo titolo non esiste, è che faceva comodo riscriverlo e rileggerlo così. Alla fine del Rally del Salento il bilancio per Umberto Scandola, Guido D’Amore e Skoda Motorsport Italia recita più o meno così: un problema tecnico, un terzo posto in gara 1, due prove speciali vinte e un ritiro. Poco, troppo poco, soprattutto quando si ha l’impressione che il bottino grosso sia a portata di mano, che il potenziale sia degno di una grande vittoria, o almeno dell’ampia possibilità di raggiungerla. In gara 1, un problema elettrico ad un connettore simula l’effetto di una partita di calcio trasmessa da un Paese del blocco sovietico negli anni ’70, c..on l’imm..a..gi..ne che vi..ene e va. Poi spiragli di rimonta ormai tardiva e sul più bello, quando gara 2 sembrava a portata di mano dopo un avvio fulminante, l’adolescenziale “bacio a stampo” sul muretto salentino incredulo di tanto affetto. Cerchio piegato e sospensione posteriore destra fratturata. Peccato, “Umby” stava attaccando com’era giusto fare in quel momento ma l’incidente è grave, e non tanto per il conto del meccanico ma per il conto dei punti persi nella classifica generale, che valgono qualche buon giro di pallottoliere. Colmare un gap di 20 lunghezze da Andreucci non sarà cosa facile facile. Ormai non resta che attaccare sperando che quella in corso non sia l’ennesima stagione di aspettative deluse, e lo diciamo nella ferma convinzione che il potenziale di Scandola e della Skoda Fabia R5 sia assolutamente all’altezza di una grande vittoria nel Campionato Italiano Rally. Ma… “si può dare di più…” Scandola/D’Amore – voto: 5,5