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Opel Astra OPC


Avatar Redazionale, il 12/05/02

22 anni fa -

È tutt'Astra roba, una versione che si veste di cattiveria e sportività, prendendo berlina e station e avvicinandole agli oggetti che gareggiano nel campionato DTM. Le tre lettere a firmare, acronimo per Opel Performance Center. Sipario.

Altri hanno altre letterine magiche: il concetto non cambia. Offrire specifiche versioni delle auto in gamma, create per solleticare le mani e il piede destro. Forme che più o meno ricordano la macchina tranquilla, casa-chiesa, ma tirano fuori - sotto - cose da paura. Numeri da mandare a letto i bambini, handling da pista, insomma il puro piacere di guida, come si dice in questi casi. Senza esagerare in appendici aerodinamiche, che non sta bene.

La tre porte e la familiare sono le adepte al lifting da gara. La firma in fondo è quella di mister Martin Smith, direttore design Opel che, tra l'altro, ha dato vita a creaturine tipo le vetture che dal '90 hanno partecipato al DTM e al Superturismo, tipo l'Astra Kit Car, tipo la Corsa Super 1600 da rally. Ci siamo capiti. Via a cerchi in alluminio da diciassette pollici, muso ingrugnito, con specifica mascherina OPC, prese da'aria di maggiori dimensioni, calandra nera e convogliatori d'aria a incorniciare i fendinebbia, per portare boccate d'ossigeno ai dischi dei freni.

Poi specchi retrovisori dalla forma dettata dalla galleria del vento, bandelle laterali sottoporta, modanature e maniglie delle portiere in tinta con la carrozzeria e le rispettive novità in coda. La berlina sfoggia un alettone poco accennato, che aumenta la deportanza sull'assale posteriore migliorando la tenuta di strada ad alta velocità; la station si limita a uno spoilerino che accarezza la parte superiore del lunotto, lasciando poi al terminale di scarico cromato e all'antenna sul tetto, il compito di caratterizzare la vista posteriore.

Il 2.0 litri Ecotec turbo benzina è il cuore che le accomuna. Traducendosi in prestazioni evidentemente simile ma differenti: 240 orari e 7,5 secondi per lo scatto 0-100 per la tre porte, 231 orari e 7,8 secondi per la wagon. Merito dei 200 cavalli di potenza massima (147 kW) a 5600 giri al minuto e della coppia di 250 Nm tra i 1950 e i 5600 giri. Consumi dichiarati: 8,9 litri di verde ogni 100 km (9,1 per la sw).

Da dire che i ritocchi non si limitano all'estetica, ma interessano sospensioni, freni, assetto. Chiaro. Più schiacciata a terra di 20 millimetri (10mm dietro, nel caso della familiare) e con ammortizzatori più rigidi, i vari congegni elettronici vedono e provvedono, volendo lasciarli attivati: sono il controllo della stabilità (ESP) e quello della trazione (TC Plus), oltre all'immancabile Abs. Impianto frenante potenziato, per pensare anche a fermarsi.

Dentro? Sedili avvolgenti, sviluppati in collaborazione con Keiper Recaro, volante a tre razze rivestito in pelle traforata, impugnatura della leva del cambio in alluminio lucido, quindi consolle centrale grigia metallizzata, strumenti a sfondo bianco con indicatori di colore rosso e finiture cromate opache, con tanto di marchio OPC sul contagiri. Colori disponibili per la carrozzeria: blue, argento, nero, rosso. Prezzi da definire.


Pubblicato da Ronny Mengo, 12/05/2002
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