IL BRAND CON LA VALIGIA Non è la prima volta che Bugatti è in predicato di acquistare un'altra nazionalità. La sua stessa storia è un viaggio tra nazioni, a partire proprio da Ettore Bugatti, che fondò l'azienda (1909) dopo essere emigrato in Francia. Nel 1987 il ritorno in Italia grazie a Romano Artioli, nel 1998 il passaggio al Gruppo Volkswagen. Ora, la notizia di un possibile trasferimento di Bugatti sotto l'egida della croata Rimac. What?!?
I RUMORS Proprio così, dalla testata tedesca Manager Magazin giunge l'indiscrezione secondo la quale Volkswagen e Rimac sarebbero in trattativa per la compravendita del brand. Bugatti passerebbe in questo modo dalla proprietà di un super Costruttore (già a fine 2020?) a quella di una factory che conta appena qualche centinaio di persone nell'organico. E che al contrario di Bugatti, non ha alcuna tradizione, essendo nata nel 2009, non lontano da Zagabria, sull'iniziativa del suo fondatore Mate Rimac, sorta di ''Elon Musk dei Balcani''. Che infine, si occupa esclusivamente di auto elettriche. Di supercar, più di preciso. Vedi Rimac C_Two, e ancora prima Concept One e Concept S. Almeno in tema di performance stratosferiche, Bugatti e Rimac sono marchi di natura simile. Ma quale forma di cooperazione?
Rimac C_Two
IL BACKGROUND Volkswagen Group innanzitutto è già in affari con la Rimac, il cui capitale azionario è al 15,5% nelle mani Porsche. La cessione del pacchetto di maggioranza di Bugatti non escluderebbe perciò in modo totale il brand dall'orbita di Wolfsburg, benché il campo magnetico delle influenze si farebbe assai più debole che non adesso. A sua volta, Rimac è un'azienda in espansione: la ipotetica futura produzione in serie di auto elettriche trarrebbe indubbiamente beneficio dall'accesso al sito Bugatti di Molsheim.
LA GRANA CO2 Capovolgendo la prospettiva. Liberandosi del brand Bugatti, Volkswagen compirebbe un passo avanti verso l'abbattimento delle emissioni medie della propria sconfinata gamma, senza più doversi preoccupare di elettrificare auto come la Chironche nascono su piattaforma ad hoc, senza passare dalle economie di scala. In fondo, un'hypercar ad emissioni zero, il Gruppo tedesco già l'ha sviluppata ed è Volkswagen ID R. Rimarrebbe il rammarico per aver perso il proprio fiore all'occhiello: ma l'immagine, in tempi di magra viene dopo i bilanci.
BOCCHE CUCITE Sono solo considerazioni preliminari. Né da una parte, né dall'altra, ancora giunge la conferma di negoziazioni in tale senso. Sta di fatto che la migrazione di Bugatti verso Rimac solo all'apparenza suona come anomala: il futuro è delle partnership globali e interdisciplinari tra soggetti ognuno con le proprie competenze. Tra le quali, il know-how su batterie per auto EV sarà di anno in anno più strategico. Si attendono sviluppi sul curioso affaire.