''Questa è una misura estrema, ma non tollereremo di essere pugnalati alle spalle e proteggeremo la nostra gente''. A parlare è Andrei Turchak, segretario del consiglio generale del partito di Vladimir Putin Russia Unita. La misura estrema alla quale fa riferimento è invece la nazionalizzazione delle fabbriche di proprietà straniera - fabbriche auto incluse, quindi - che hanno chiuso le operazioni nel Paese a causa di quella che il Cremlino definisce un'operazione militare speciale in Ucraina. Prezzo dei carburanti alle stelle, piani industriali a rischio. Tira un'aria gelida, ma cosa comporta, più di preciso, nazionalizzare impianti produttivi a capitale estero?
IPSE DIXIT In una dichiarazione pubblicata sul sito web del partito, Turchak sostiene come la chiusura delle operazioni equivalga a una ''guerra'' contro i cittadini russi. ''Adotteremo dure misure di ritorsione, agendo in conformità con le leggi di guerra'', minaccia il politico. La dichiarazione menziona in particolare le società alimentari finlandesi Fazer, Valio e Paulig, tra le ultime ad annunciare la chiusura in Russia.
CONTROSANZIONATE Va da sé che anche Case automobilistiche come Volkswagen, Toyota, Ford, Renault, Hyundai-Kia (che sembra tuttavia aver intenzione di riprendere la produzione non appena sia possibile), le cui attività nella Federazione sono temporaneamente ferme, non verrebbero risparmiate dai provvedimenti ostili. Case auto, ma anche Costruttori di pneumatici: Pirelli, Nokian, Continental, Michelin, Bridgestone, Yokohama, tutti possiedono siti produttivi in territorio russo.
DEFINIZIONE Nazionalizzazione è di norma l'intervento con cui lo Stato (da qui il sinonimo di ''statalizzazione''), mediante un provvedimento legislativo ad hoc, acquisisce la proprietà, piena o parziale, o almeno il controllo, di determinate industrie private, o di attività strategiche ad esse collegate.
CONSEGUENZE Nazionalizzando stabilimenti di proprietà di Case auto straniere, lo Stato russo sottrarrebbe loro di fatto l'autorità e ne diventerebbe l'unico reale proprietario, acquisendo così la facoltà di praticare a proprio pacimento ogni politica industriale e commerciale, ripristinando in altre parole uno scenario di monopolio di sovietica memoria. Filiali estere, di fatto, trasformate in aziende pubbliche: per gli ex proprietari, voce in capitolo zero, profitti zero.
BENEFICIENZA DI LUSSO Al momento, solo minacce e nessuna delibera concreta a riguardo. Sta di fatto che il solco tra Mosca e l'Occidente si sta ampliando e a farne le spese è proprio l'import export. Sia di veicoli fatti e finiti, sia di materie prime (acciaio, alluminio, nichel, neon, palladio, oltre che petrolio e gas). Sia come effetto di scelte strategiche, vedi Ferrari e Lamborghini, che interrompono le consegne in Russia per rivolgere aiuti economici alla popolazione ucraina.
EFFETTO DOMINO Sia anche involontariamente, come conseguenza dell'interruzione delle catene di approvvigionamento. Un esempio tra tutti: Porsche afferma di aver sospeso la produzione della sua intera gamma anche in Germania, un'alta quota di cablaggi elettrici proviene dall'Ucraina e il perdurare del conflitto rende impossibili le forniture. Come se la (ancora influente) crisi logistica dei semiconduttori da Taiwan non fosse stata ancora abbastanza. Ogni giorno una nuova grana, il cielo all'orizzonte è grigio scuro.