Non solo dieselgate: 17.000 Volkswagen vendute in tutto il mondo senza certificazione delle autorità. Altro colpo all'immagine?
UN NUOVO SCANDALO? Non fosse bastato il dieselgate, pare che Volkswagen abbia combinato altri pasticci. Sembra infatti che il colosso tedesco abbia venduto per 13 anni sul mercato dell'usato gli esemplari di preserie utilizzati per test e dimostrazioni: auto - e qui sta il problema - che sarebbero state prive di omologazione ufficiale. Dal 2006 al 2018, migliaia di modelli sono stati commercializzati sia in Europa, sia negli Stati Uniti, senza l'autorizzazione degli organi competenti. Solo ora scatta la campagna di richiamo: 6.700 le vetture da portare in assistenza per i necessari aggiornamenti. Alcuni documenti, come riportato da Der Spiegel e ripreso anche da Handelsblatt, correggerebbero tuttavia la cifra delle auto incriminate, una flotta che ammonterebbe a circa 17.000 unità.
FUORI CONTROLLO A denunciare l'episodio è dunque la stessa stampa tedesca, comunità che dal dieselgate in avanti, coi Costruttori locali, non è più stata tenera. Gli esemplari preserie non vengono normalmente sottoposti alle procedure obbligatorie per i modelli destinati al mercato: potrebbero essere del tutto "sani", così come potrebbero tranquillamente essere afflitti da anomalie o malfunzionamenti di qualsiasi genere. Difetti banali (infotainment), ma anche grane legate alla sicurezza attiva e passiva. Proprio questo è il punto: di migliaia di Volkswagen sparse per le strade di due Continenti, non si sa praticamente niente. Non vi sarà sfuggito come l'intervallo temporale corra dal 2006 al 2018: significa che la prassi è proseguita anche in seguito alla deflagrazione dello scandalo emissioni. E ora in Germania il Governo pensa a possibili sanzioni.
OLTRE AL DANNO, LA BEFFA RIspetto agli 11 milioni di veicoli coinvolti nell'affare dieselgate, parliamo in questo caso di volumi quasi trascurabili. Ma al Gruppo che in passato si è fregiato della leadership mondiale, un errore tale i media tedeschi non lo perdonano. Tanto più che la vendita di modelli preproduzione non è nemmeno vietata: sarebbe stato sufficiente informare il Ministero dei Trasporti e segnalare le differenze tra l'auto di serie e l'esemplare comunque destinato al mercato. Cosa che Volkswagen avrebbe omesso di fare, secondo le accuse che il richiamo sembra confermare.