Arrivano i primi caldi: è il tempo perfetto per un giro in spider. Se vi piace il genere, ecco sei alternative che potete portare a casa intorno ai 6.000 euro (o giù di lì)
Arrivano i primi caldi, gli alberi fioriscono, i cappotti pesanti vanno in soffitta. Insomma, è il tempo perfetto per un giro in spider. Se vi piace il genere, ecco sei alternative che potete portare a casa intorno ai 6.000 euro (o giù di lì). Tutte, ciascuna con il proprio carattere, sapranno regalarvi un po' di leggerezza. Che, di questi tempi, è cosa preziosa.
ALFA ROMEO SPIDER D'accordo, la Duetto, trazione posteriore e un'allure da icona, è ben altra cosa. Quella che esce nel 1994, invece, è un'Alfa che, sotto sotto, rimane un po' Fiat: la base è ripresa dalla Coupé, trazione anteriore inclusa. Per le sospensioni, però, i tecnici di Arese – è proprio lei l'ultima Alfa prodotta nello storico stabilimento lombardo – non badarono a spese, con un retrotreno a schema Multilink in grado di regalare una tenuta di strada all'altezza del Biscione. In cambio, un bagagliaio minuscolo (110 litri) e una finitura perfettibile, soprattutto nei primissimi esemplari. I motori? Il 3.0 V6 è un sogno ma il 2.0 Twin Spark da 150 cv è più raggiungibile. Occhio a guarnizioni dei vetri, impianto elettrico, cinghia e punterie idrauliche.
BMW Z3 Per lei un certo James Bond, nel film “Goldeneye” del 1995, ha abbandonato la fidata Aston di ordinanza. D'altronde, come biasimare l'agente segreto di Sua Maestà? La linea della Z3, con quei richiami retrò alla BMW 507 (guardare "branchie" laterali per conferma) è ancora oggi attualissima. La guida, poi, soddisfa anche i palati fini, grazie alla perfetta distribuzione dei pesi, trazione rigorosamente posteriore e motori 6 cilindri da leccarsi i baffi: si può spaziare fra 2.0 da 150 cv, 2.2 da 170 cv, 2.5 da 184 cv, 2.8 da 193 cv e 3.0 da 231 cv. In rete c'è grande abbondanza di esemplari: verificate dischi, trapezi sospensioni anteriori e distribuzione.
DAIHATSU COPEN Vi diranno che assomiglia alla 313 di Paperino. O incarna alla perfezione la nuova generazione di Micromachines. Voi non ascoltateli: a dispetto dei 3,44 metri di lunghezza, la Daihatsu Copen può offrire un sacco di divertimento a basso prezzo. Merito dello sterzo diretto, del passo corto, delle sospensioni rigide e dell'1.3 sotto il cofano, con 87 cv piuttosto svegli e dai costi di gestione umani. Senza dimenticare il tetto rigido, praticissimo nei mesi invernali. I contro? L'abitacolo non è adatto agli spilungoni e nemmeno ad una fidanzata abituata a trasportare il guardaroba di casa in vacanza. Ma l'oggetto è di sicuro interesse, anche in chiave collezionistica.
FIAT BARCHETTA Firmata da Andreas Zapatinas – che vinse la sfida contro un certo Chris Bangle, all'epoca al Centro Stile Fiat – la Barchetta punta moltissimo sul look con parafanghi pronunciati, quattro piccoli fari posteriori, freschi tocchi di colore in abitacolo. Certo, la trazione è sulle ruote anteriori ma la spider torinese sa come farsi valere fra le curve, grazie all'ottima tenuta di strada, al pimpante 1.8 con variatore di fase da 130 cv e allo sterzo preciso. Bene anche il bagagliaio, forte di ben 165 litri. Cosa controllare? Che non ci sia ruggine nella zona posteriore del pianale e che il motore, al minimo, non vibri come un diesel: nel caso, il variatore di fase va sostituito.
MAZDA MX-5 Oltre 900.000 esemplari venduti e nessuna voglia di andare in pensione. Dietro allo straordinario successo della Mazda MX-5 (Miata negli States) c'è la precisa volontà di costruire un'auto semplice, affidabile, divertente da guidare e con un aspetto simpatico. Per realizzarla, un gruppetto di tenaci e capaci ingegneri di Hiroshima si trovavano quasi di nascosto, volentieri oltre l'orario di lavoro, in un capannone anonimo. Il risultato, ancora oggi, è un capolavoro, specie per la prima e la seconda serie (NA ed NB-NBFL) che si trovano in gran quantità sul mercato dell'usato, a cifre irrisorie. Per sapere vita, morte e miracoli della Mazda MX-5 leggetevi la nostra guida all'acquisto tra le correlate in fondo alla pagina.
TOYOTA MR-2 Costretta a cambiar nome sul mercato francese a causa di un'assonanza non proprio... elegante, la seconda serie di Toyota MR-2 (2000-2007) è, invece, una spider di razza: la dimostrazione è il motore, un 1.8 con fasatura variabile da 140 cv, montato in posizione centrale. Ne derivano una linea originale e un comportamento su strada del tutto particolare, che necessita di un breve periodo di apprendistato. Lo sterzo affilato e l'assetto a punto, però, aiutano nel compito. La meccanica è piuttosto robusta ma ricordate di evitare le versioni SMT, dotate di un cambio automatico lento a recepire gli ordini del pilota.