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Economia

Auto elettriche cinesi low cost? Puoi scordartele! L'UE approva i dazi


Avatar di Emanuele Colombo, il 12/06/24

6 mesi fa - La Commissione Europea annuncia i dazi sulle auto elettriche cinesi

UE: sì a dazi fino al 48% sulle auto elettriche cinesi
La Commissione Europea annuncia i dazi sulle auto elettriche cinesi che partirebbero da luglio: cifre, reazioni, conseguenze

La partita è al calcio d'inizio o quasi: ora che la Commissione Europea ha annunciato nuovi dazi per le auto elettriche cinesi, la Cina prepara le sue contromosse e non mancherà di colpire molti prodotti che, almeno sulla carta di identità, risultano domiciliati nel Vecchio Continente. Del resto l'Europa segue le mosse degli USA, ma che cosa sta succedendo esattamente? E che cosa potrebbe cambiare per i consumatori?

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DIAMO I NUMERI

L'introduzione dei dazi, anticipata nei giorni scorsi dal Financial Times mercoledì mattina, ha i contorni di una vera e propria stangata. Le nuove tasse potranno arrivare complessivamente fino al 48,1% del valore del bene, contando che le nuove aliquote - comprese tra il 17 e il 38,1%, andrebbero a sommarsi al 10% già in vigore. La misura vorrebbe combattere la ''concorrenza sleale'' che i costruttori di auto cinesi farebbero ai nostri marchi, in virtù dei massicci sussidi erogati dal loro governo, che gli permettono di abbassare i prezzi addirittura al disotto del costo di produzione. Impossibile competere.

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LE REAZIONI

L'inchiesta su questi sussidi di stato, annunciata dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e tuttora in corso, avrebbe trovato elementi di prova che hanno convinto l'UE a intervenire. Il via ai dazi sarebbe previsto per il prossimo luglio, ma le trattative con il governo cinese per trovare una soluzione di compromesso sarebbero già state avviate. Va detto che sulla mossa europea i pareri degli analisti e dei Paesi dell'Unione non sono concordi. Da un lato, pare che i nuovi dazi sarebbero comunque troppo bassi per parificare le condizioni di mercato tra i prodotti cinesi e gli altri: insufficienti per compensare l'entità esorbitante dei sussidi concessi dal governo cinese. Per dire, il Presidente degli USA Joe Biden ha colpito molto più duro, con un'aliquota del 100%, che comunque è frutto di un compromesso tra le istanze del mercato interno. Come dire, in Nord America c'è chi chiedeva di sferrare un attacco ancora più massiccio.

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LE CONSEGUENZE

In Europa, Francia e Spagna pare sperassero in norme ancora più protezionistiche, mentre la Germania, che con la Cina ha rapporti industriali più stretti, preferirebbe una linea più morbida, perché avrebbe molto da perdere da un’eventuale ritorsione. Ritorsione peraltro giù annunciata dalle autorità cinesi, che andrebbero ad aggiungersi agli attuali dazi del 15 per cento sulle auto elettriche europee vendute in Cina. Il pericolo più grande, però, potrebbe essere il contingentamento di forniture per quanto riguarda componentistica e tecnologie: non è un segreto che gran parte dell'industria automobilistica mondiale si serve da produttori cinesi. Anche e soprattutto per le batterie. Come dire che la scelta è tra lasciare ai cinesi campo libero, oppure accettare il fatto che molto presto tutte le auto - con le elettriche in prima fila - potrebbero subire ulteriori aumenti di prezzo. Vedremo se le trattative porteranno a un equilibrio che non danneggi troppo i consumatori italiani.


Pubblicato da Emanuele Colombo, 12/06/2024
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