DIFESA A SPADA TRATTA L'Alfa Romeo 4C è un argomento difficile da trattare. Un po' per nazionalismo, un po' per il fondamentalismo di certi leoni da tastiera, chi non l'ama e non ne apprezza le doti dinamiche di sicuro non sa guidare, è un incompetente, non sa di cosa parla. Poco importa il curriculum di chi, in passato, ha sollevato più di un dubbio sulla qualità della messa a punto dell'ultima sportiva senza compromessi del Biscione. L'ultimo attacco alla piccola icona nazionale - molto pesante, va detto - viene da Chris Chilton, che la definisce senza mezzi termini: ''L'auto più deludente che abbia mai guidato''.
SENTI DA CHE PULPITO... Giornalista inglese, con quasi 18 anni di esperienza tra testate del calibro di Autocar e Car Magazine, Chilton ricorda che la prima presa di contatto con il muletto dell'auto era stata molto positiva, ma poi, quando anni dopo ebbe occasione di guidare il modello definitivo, il cosiddetto Racing Pack opzionale montato sull'auto in prova ''rendeva l'auto quasi impossibile da guidare su qualsiasi superficie più irregolare di un piano da cucina in marmo''.
Alfa Romeo 4C: uno scatto dalla nostra prova su strada
LA RICETTA DEL DISASTRO? Il famoso, anzi a questo punto direi famigerato Racing Pack, comprendeva molle e ammortizzatori specifici, barra antirollio anteriore più rigida e l'aggiunta di una barra posteriore, che mancava all'auto standard. “Su qualsiasi fondo meno levigato di un pavimento in marmo, lo sterzo è talmente disturbato che ti sembra di tenere al guinzaglio un branco di cani antidroga in un covo di spacciatori di crack. I dossi lo sconvolgono, i solchi sulla strada lo attraggono come calamite e ti ritrovi istintivamente a sollevare il piede quando incroci altre auto sulle strade secondarie, per paura di non riuscire a rimanere nella tua corsia e di finirgli addosso''.
SEMPRE CRITICA ''Anche il semplice cambio di corsia in autostrada fa impazzire le ruote anteriori come se avessi appena svuotato una bombola di NOS in una Saab Turbo degli anni 80'', continua Chilton. ''La prima reazione del collega Robin Warner scendendo dall'auto è stata quella di verificare se non si fosse rotta una boccola di uno dei braccetti delle sospensioni. Più tardi, quando ho guidato un'auto britannica con specifiche ''comfort'' e ruote più piccole, l'ho trovata migliore, ma non ancora perfetta. Lo sterzo era leggermente meno frenetico e la stabilità in rettilineo migliorata, ma non faceva nulla per sistemare tutte le altre cose che non mi piacevano della prima vettura''.
MIGLIORE, MA NON PERFETTA Chilton critica la qualità degli interni e delle dotazioni, oltre alla risposta fiacca dell'acceleratore, ''Ma la cosa peggiore era il noioso bilanciamento del telaio. La 4C era valida nei cambi di direzione perché pesava appena 2.465 libbre (1.118 kg), ma lo sterzo era poco comunicativo rispetto a quello di un Elise, e superati gli ampi limiti di aderenza delle gomme, non c'era altro che un noioso sottosterzo, a meno che si fosse assolutamente determinati a ottenere un sovrasterzo''. Tali poco lusinghiere opinioni sarebbero state suffragate da un non meglio specificato ingegnere Ferrari, che avrebbe confessato a Chilton di non essere un fan della coupé Alfa Romeo.
Il posto guida dell'Alfa Romeo 4C
L'ESPERIENZA DIRETTA Personalmente ho guidato la 4C in versione Spider (qui la mia video-prova su strada) e nell'allestimento Competizione in occasione della comparativa con Alpine A110 e Porsche Cayman (qui il video). ''L'assetto è sensibilissimo al manto stradale e mi costringe spesso a correggere la traiettoria: specie in frenata, dove la Spider non sempre viaggia sui binari'', scrivevo nel 2017. E pure io mi sono confrontato con altri addetti ai lavori sul comportamento dinamico della piccola Alfa con telaio in carbonio, trovando ampi riscontri alle mie osservazioni.
LA CURA È NEL TUNING A chiarirmi la probabile origine del comportamento ballerino è stato Alessandro Breveglieri di Monza Garage, rinomata squadra corse che aveva allestito una 4C per gare Club. Il comportamento dell'auto diventava perfetto, almeno sull'asfalto liscio dei circuiti, appena eliminato il cosiddetto bump steer, ossia l'effetto sterzante ottenuto attraverso la variazione della geometrie delle sospensioni posteriori sotto carico. Vuoi vedere che sarebbe bastata una piccola concessione in più all'uso autenticamente sportivo per rendere perfetta una base meccanica tanto promettente?