In arrivo un sistema per impedire il surriscaldamento delle batterie. Modelli Tesla più o meno sicuri delle auto diesel e benzina?
TESLA ON FIRE Tra i marchi auto ce n'è uno che di questi tempi si è guadagnato l'impopolare fama di "piromane", dal momento che in rapida successione, tre suoi esemplari hanno preso fuoco in seguito al fenomeno dell'autocombustione. Una Tesla Model S in fiamme in un parcheggio sotterraneo di Shanghai, un'altra arrostitasi a San Francisco, un'altra ancora in un garage di Hong Kong. Correre ai ripari, e così i laboratori Tesla sembra stiano preparando un aggiornamento software "over-the-air" al chiaro scopo di impedire che altri suoi prodotti facciano la stessa fine.
POMPIERI 2 L'intervento a distanza interesserebbe in particolare il pacco batterie: un update delle impostazioni di gestione termica e della ricarica degli accumulatori agli ioni di litio, nella speranza che episodi come quelli in Cina e in California restino isolati. Perché per ora si procede a tentativi: la causa degli incendi non sarebbe ancora stata individuata, per Tesla il powetrain elettrico dei suoi modelli non presenta anomalie di sorta. L'aggiornamento coinvolgerà Model S e Model X, escludendo invece Model 3.
SULLA GRATICOLA Tesla sottolinea infine come le sue auto siano statisticamente 10 volte più sicure delle colleghe a combustione interna, anche per quanto concerne l'eventualità di allerta fiamme. D'accordo, il punto è che il clamore stesso che l'azienda suscita per la sua portata rivoluzionaria di tecnologia la espone anche ad un maggiore senso critico. Il pubblico di massa è ancora scettico, e per il popolo una Tesla "mangiafuoco" conta più di dieci BMW cotte alla piastra. Il sentimento collettivo, con le statistiche non va d'accordo. Ben venga l'aggiornamento software.