Musk promise un ritmo di 5.000 esemplari a settimana entro fine giugno. Quando invece dalla fabbrica escono molte meno Model 3
CI VUOLE RITMO Mai dire gatto, se non ce l'hai nel sacco. A Elon Musk piace sparare alto. Talvolta centra il target (SpaceX), tavolta no. La produzione di Tesla Model 3 procede a stento, a un ritmo comunque inferiore ai volumi che il Ceo stimò recentemente.
RITARDATARIA Musk rassicurò i clienti: una quota di 5.000 Model 3 a settimana sarebbe stata pareggiata entro la fine di giugno. Per il sollievo di tutti coloro che nella notte dei tempi prenotarono un esemplare (versando tanto di caparra), ma che sulla propria auto elettrica metteranno invece le mani con forte, forte ritardo sulle scadenze previste.
TURNI H24 Tre operai dello stabilimento Tesla di Fremont, California, avrebbero svelato come la entry level della gamma viene al momento assemblata con una frequenza tra le 200 e le 300 unità per turno di lavoro (12 ore). Anche quando ciascuno dei 14 turni settimanali performasse 300 Model 3, il totale farebbe 4.200 pezzi. Non abbastanza.
BOTTLENECK Il maggiore collo di bottiglia sarebbe il reparto verniciatura: oltre ai quotidiani stock di Model S e Model X, gli addetti si ritrovano ora a gestire un eccessivo surplus di Model 3. La situazione sarebbe fuori controllo anche nella Gigafactory di Reno, nel Nevada, dove Tesla costruisce i pacchi batterie.
BERSAGLIO MANCATO Quello delle 5.000 consegne a settimana sembra insomma un traguardo irrealizzabile, e nemmeno la tensostruttura alzata in due settimane a ridosso della fabbrica Tesla in muratura sembra sufficiente ad evadere la moltitudine di richieste. A crescere, al momento, è solo l'impazienza dei clienti.