BLACK TUESDAY Martedì nero per il gigante californiano Tesla, i cui titoli alla riapertura di Wall Street (chiusa lunedì per il Labor Day) registrano un tonfo del 21%. Mai prima d’ora l’azienda fondata da Elon Musk, la Casa automobilistica americana di maggior valore di sempre, aveva subito un tracollo di queste proporzioni. Le ragioni della débâcle si possono facilmente attribuire sia all’esclusione di Palo Alto dall’indice Standard & Poor 500, sia all’acquisizione di General Motors dell’11% dell’anti-Tesla Nikola Motor Company. Produttore quest’ultimo impegnato sul fronte della mobilità elettrica, con un occhio di riguardo verso i tir elettrici, veicoli che andrebbero quindi a rivaleggiare con il tanto celebrato Tesla Semi, di cui però non vi è ancora traccia.
Anche il patrimonio personale di Elon Musk intaccato dal crollo Tesla a Wall Street
UN DURO COLPO Un terremoto finanziario il quale, oltre ad avere gravi ripercussioni sull’azionariato, sembra aver intaccato direttamente il patrimonio dell’eccentrico Musk, che in ultima analisi è costituito in gran parte proprio da titoli di Palo Alto. E così, giusto il tempo di terminare le ultime contrattazione e il magnate californiano ha perso all’istante qualcosa come 16,3 miliardi di dollari, con il suo “malloppo” personale sceso ora a quota 82,2 miliardi. Musk può pero consolarsi all’idea che da inizio anno il suo patrimonio è cresciuto di oltre 54 miliardi. La frustrazione per il tonfo in Borsa è attenuata inoltre dai 2,2 miliardi incassati grazie al pacchetto di opzioni che costituiscono il suo piano di compensazione. Insomma un “mini” paracadute, pensato proprio per imprevisti di questo genere.