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Tendenze: l'auto su misura


Avatar Redazionale, il 14/04/03

21 anni fa -

Doveva essere la riedizione di un mito, ad uso e consumo dei trentenni del nuovo millennio, e invece è diventata un fenomeno culturale. Un'auto cult che ora è anche oggetto di studio. Nome: Mini, quella nuova, celebrata a Milano in una mostra dedicata ad alcuni prodotti simbolo, uniti tra loro da una caratteristica comune, la capacità di adattarsi alle esigenze della clientela. In una parola, di essere personalizzabili.

Eccola la parolina magica: "personalizzazione", l’uovo di Colombo per avere successo oggi. Un modello di consumo che investe vari settori della produzione, dalle tariffe telefoniche alle assicurazioni, ai farmaci, profumi, fino al prodotto industriale vero e proprio.

Al tema sembrerebbe sensibile il 36% della popolazione italiana (bambini e ottantenni esclusi), con l’auto ai primi posti nella scala delle preferenze, come si può osservare presso la mostra milanese (Personal design - dall’oggetto al soggetto) aperta fino al 27 aprile alla Triennale.

Tutto ciò grazie al benessere raggiunto dagli italiani nell’ultimo decennio, per i quali è sempre più forte il rifiuto della "massificazione omologante" e sempre più sentita la riscoperta dell’individuo, di oggetti "automodificabili, creati appositamente per subire una modificazione attraverso piccoli e semplici accorgimenti", come sostiene il saggista Gillo Dorfles. Prerogativa che la Mini sembra possedere più di ogni altra auto grazie alle 120 mila combinazioni differenti che è in grado di offrire e che sono alla base del suo straordinario successo di vendite.

Non tutti comunque la pensano allo stesso modo: il 24% della popolazione è ostile ai prodotti su misura, c’è

chi preferirebbe una gamma ristretta di offerte, e chi bolla tutto come pseudo strumento di progresso. Questione di cultura, di età, di reddito e persino di territorialità, come sostiene una ricerca condotta dal sociologo Enrico Finzi, che ha suddiviso la popolazione in cinque tipologie differenti: Lontani, Ostili, Favorevoli selettivi, Fan insoddisfatti e Favorevoli soddisfatti.

Voi in quale gruppo vi riconoscete?

Lontani
"Coloro che appaiono del tutto estranei alla personalizzazione, sostanzialmente perché non ancora pienamente inseriti – a causa della loro marginalità sociale e culturale – nell’Italia del (seppur modesto) benessere di massa. La pensa così il 12% della popolazione adulta concentrata nel Lazio e nelle regioni meridionali, nei comuni sotto i 10 mila abitanti o nelle metropoli con più di 500 mila abitanti. Oltre agli ultra64enni e ai soggetti "bassi" per titolo di studio e classe socio-economica, ai teledipendenti e ai non lettori di quotidiani". Sono calati di un terzo negli ultimi dieci anni".

Ostili
"Contano per il 24% degli adulti, e sono favorevoli ai beni e servizi uguali per tutti. Trionfano i residenti nei comuni da 10 a 50 mila e oltre i 500 mila abitanti; i residenti nel Lazio e al sud, i maschi, i soggetti con titolo di studio di scuola media inferiore, gli impiegati di fascia bassa e i salariati di fascia alta, così come molte casalinghe e lavoratori autonomi, i teleutenti medio-forti, i lettori saltuari di quotidiani. Sono calati di un quinto nell’ultimo decennio".

Favorevoli selettivi
"E’ il gruppo più ristretto, solo il 7% dei 14-79enni (3,3 milioni di adulti), caratterizzato dalla preferenza per una gamma ridotta di offerte personalizzate. Molte le donne, i residenti nelle regioni centrali e del nord-ovest, con licenza media o medio-superiore, il ceto medio impiegatizio e autonomo, le casalinghe e i pensionati più evoluti. Sono utenti medi di TV e leggono regolarmente i quotidiani. Sono calati del 30% negli ultimi dieci anni".

Fan insoddisfatti
"Il 35% della popolazione adulta (16,6 milioni), entusiasti della personalizzazione ma nello stesso tempo convinti che non sia ancora applicata in Italia, salvo poche eccezioni. Costoro denunciano il trionfo della pseudo personalizzazione, di proposte prive di un effettivo approccio "su misura". Abitano nella ricca provincia del centro-nord, in particolare nei comuni tra i 30 e i 250 mila abitanti del nord-est, della Toscana, delle marche, Umbria, Abruzzo e Molise. Hanno tra i 25 e i 44 anni, sono prevalentemente donne, appartengono alla classe medio-alta e alta, diplomati e laureati, sono bassi utenti di televisione e forti lettori di quotidiani. Sono cresciuti di oltre un terzo nell’ultimo decennio".

Favorevoli soddisfatti
"Ammontano al 22%, quindi a 10,4 milioni di adulti, e sono del tutto favorevoli al prodotto "su misura". Sono per lo più maschi, 14-34enni, residenti nelle città oltre i 100mila abitanti, distribuiti equamente in ogni regione, studenti e appartenenti al ceto medio impiegatizio e ai ceti "up". Sono utenti medio-bassi di televisione, lettori regolari di quotidiani e anche loro sono cresciuti di oltre un terzo dal 1992 a oggi".


Pubblicato da Gilberto Milano, 14/04/2003
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