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Editoriale

Auto elettriche: Audi contro Toyota. Di nuovo


Avatar di Emanuele Colombo, il 21/06/21

3 anni fa - Quando l'auto elettrica ucciderà l'ibrida? I costruttori dicono che...

Strategie diverse per Audi e Toyota sulle auto elettriche
In cinque anni le auto elettriche spazzeranno via le ibride. O forse no? Audi e Toyota annunciano tempistiche molto diverse

AUTO ELETTRICHE: IL POMO DELLA DISCORDIA Da un lato un Brand specializzato in modelli premium; dall'altro uno dei Marchi generalisti più apprezzati del mondo: quando si guarda al futuro Audi e Toyota hanno posizioni quasi diametralmente opposte. Già una netta differenza di vedute era emersa sui temi delle auto elettriche e di quelle a idrogeno. Ora andiamo ancora più nello specifico. In particolare, all'interno del Gruppo Volkswagen, Audi ha annunciato che smetterà di introdurre auto basate su motori a benzina e Diesel già dal 2026, riporta l'agenzia stampa Reuters citando la testata tedesca Sueddeutsche Zeitung.

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SPAZZERANNO VIA LE IBRIDE. PRESTISSIMO Addirittura dal 2026 in poi non ci saranno più nemmeno modelli ibridi, si evincerebbe dai commenti rilasciati dal CEO di Audi Markus Duesmann ai rappresentanti del lavoro e ai top manager. Come dire che entro i prossimi 5 anni anche le plug-in hybrid, le ibride tout-court e a maggior ragione le mild-hybrid, che oggi prendiamo in considerazione in sostituzione dei Diesel come modelli dalla vita utile potenzialmente più lunga, potrebbero essere condannati a una fine precoce. Forse non saranno banditi come i modelli a gasolio dalle città più solerti nell'introdurre divieti alla circolazione, ma certo se dovessero uscire di produzione dovrebbero affrontare un deprezzamento non indifferente.

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TOYOTA NON È D'ACCORDO Di tutt'altro avviso è Toyota, che pur avendo inventato l'ibrido moderno e aver fatto da apripista per l'elettrificazione di massa con la Prius non ritiene ancora maturi i tempi per una così draconiana razionalizzazione dell'offerta. Il presidente Akio Toyoda, non è un segreto, si era espresso con argomentazioni fortemente critiche nei confronti della rincorsa selvaggia alle auto elettriche. In tempi più recenti ha cercato di rilanciare l'interesse per le auto a idrogeno con la nuova Toyota Mirai e, secondo quanto riferito da Bloomberg, alla scorsa assemblea degli azionisti altri esponenti della Casa giapponese hanno rincarato la dose.

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LA TIMELINE DEI COSTRUTTORI ''È troppo presto per concentrarsi su un'opzione'', ha affermato il direttore di Toyota Motor Corp. Shigeki Terashi. Da qui al 2050, diverse opzioni dovranno competere tra loro per offrire all'azienda le migliori opportunità. E tra queste figureranno modelli ibridi e veicoli a celle a combustibile. E se Audi vede il termine in soli cinque anni, la timeline varia parecchio nelle previsioni dei vari costruttori. Honda, per esempio, pone l'orizzonte al 2040 e anche General Motors vede la scadenza per l'elettrificazione totale entro due decenni. Toyota non ha fretta e si dice convinta che nei prossimi 30 anni le auto non elettriche svolgeranno un ruolo duraturo nei mercati automobilistici globali.

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PARLANO A UN PUBBLICO DIVERSO ''Alcune persone amano i veicoli elettrici a batteria, ma altri non considerano convenienti le attuali tecnologie'', ha affermato Masahiko Maeda, Chief Technology Officer di Toyota. “Alla fine ciò che conta è quello che vogliono i clienti”. L'interpretazione più facile, a questo punto, è che la clientela Audi sia prevalentemente di early adopters: consumatori più aperti al cambiamento e più preparati dal punto di vista economico ad affrontare nuove sfide. E se fino a pochi anni fa gli innovatori erano coloro che puntavano sulla Prius, ora l'asticella si è riposizionata e la tecnologia ibrida Toyota si è talmente affermata che chi punta sul full-hybrid rischia quasi di passare per un conservatore.

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CONTI? QUALI CONTI? Ma come ha chiarito Maeda, la logica di Toyota dietro un approccio più lento ai veicoli elettrici va oltre le semplici previsioni della domanda dei consumatori. Secondo alcuni studi, i materiali necessari per realizzare veicoli elettrici e batterie potrebbero comportare emissioni totali maggiori rispetto a quelle degli scarichi dei motori endotermici. La Casa giapponese dice che lavorerà per semplificare i suoi processi e ridurre i costi di produzione, ma sottolinea che nella valutazione delle emissioni il loro approccio è fare un calcolo che tenga conto dell'intero ciclo di vita: dalla produzione alla rottamazione, non solo di quelle prodotte durante l'utilizzo.

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STOP ALLE FORZATURE Le variabili in gioco sono tante: sulle valutazioni di Toyota potrebbero pesare le specificità del paniere energetico giapponese, ma è chiaro che la paventata rivoluzione elettrica non sarà tale. Il mondo dell'auto è sì coinvolto in un forte e rapido processo evolutivo, ma non verrà capovolto interamente nell'immediato. Viaggerà anzi a velocità diverse secondo le varie fasce di mercato. E di questo sarebbe bene che le varie amministrazioni locali e la politica in generale prendessero atto. Forzare anzitempo una transizione rischia solo di affossarla, con ripercussioni incalcolabili anche sul mondo del lavoro.


Pubblicato da Emanuele Colombo, 21/06/2021
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