COMUNICAZIONE DISTURBATA “In passato, numerose Case auto erano disposte ad acquistare Alfa. Ai loro occhi, Alfa ha un grande valore. E hanno ragione: Alfa ce l'ha, un grande valore''. Sono soltanto parole, tuttavia ormai sono molteplici gli indizi che dimostrano come Carlos Tavares, e a cascata il management Stellantis, al Biscione tengano davvero come a un figlio primogenito. Da buon genitore, il Gruppo dovrà quindi solamente indirizzarlo sulla giusta strada. Perché quella battuta sinora, non che sia sbagliata: ma non rende merito alle potenzialità del marchio. E tutto a causa di un equivoco: la comunicazione è importante. Troppo importante.
Carlos Tavares, CEO Gruppo Stellantis
ALFA, PARLAMI DI TE ''Faremo ciò che deve essere fatto per tornare altamente redditizi, lo faremo - afferma Tavares - adottando le giuste tecnologie''. Traduzione: stop a piattaforma Giorgio, sotto con l'elettrificazione. Intervenendo al vertice ''Future of the Car'' del Financial Times, su Alfa Romeo l'ex numero uno di PSA spende dunque parole di impegno, ma non manca di sottolineare come le strategie sin qui individuate non abbiano evidentemente aiutato il brand a spopolare sui mercati che frequenta. “Dobbiamo migliorare il modo in cui parliamo ai potenziali clienti. C'è una disconnessione tra prodotti, storia e pubblico target. Dobbiamo sistemare la distribuzione, soprattutto capire con chi stiamo parlando e di quale promessa il marchio possa farsi carico. Ci vorrà tempo''.
Alfa Romeo Giulia: quale futuro?
RESURREZIONE IN 10 ANNI In tempi non sospetti, Tavares nominò Alfa come uno dei tre marchi premium di Stellantis, insieme a Lancia e DS. Ciascuno con le proprie sfide, ma è proprio sui due brand italiani che lo sforzo - per tornare ai fasti del passato - sembra debba essere il maggiore. ''La mia posizione è chiara: diamo una possibilità a ciascuno dei nostri marchi, sotto la guida di un CEO forte, di definire la loro visione, costruire una roadmap e assicurarci che utilizzino le preziose risorse di Stellantis per far volare il loro business case. Ad ognuno, una finestra temporale di 10 anni. Se riescono a sfruttarla, tanto meglio''. A Jean Philippe Imparato, il neo ad Alfa, una bella responsabilità. Ma anche il tempo per svolgere il compito in relativa serenità.