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Sostenibilità

Auto e sostenibilità: facciamo il punto sulle emissioni


Avatar Redazionale, il 14/04/22

2 anni fa - Emissioni inquinanti: quanto pesano freni e pneumatici sull’inquinamento

Emissioni inquinanti: quanto pesano freni e pneumatici sull’inquinamento
Oltre a quelle emesse dallo scarico, sono molte altre le fonti inquinanti di un’automobile, a cominciare dalle gomme. Cosa fare per inquinare meno
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La sostenibilità, quando ci mettiamo al volante, passa innanzitutto per la scelta di auto poco inquinanti, compatibilmente con le proprie esigenze e il proprio budget. Questo da solo, però, non basta. Anche le auto più pulite del mondo, a cominciare da quelle elettriche (che non emettono CO2) hanno qualcosa in comune con quelle più inquinanti: le emissioni prodotte dal consumo degli pneumatici e dei freni.

INQUINAMENTO DEI FRENI

Auto e sostenibilità: il ruolo dei freniAuto e sostenibilità: il ruolo dei freni

Quando premiamo il pedale del freno, il contatto tra pastiglie e dischi rilascia particolato fine (il cosiddetto PM 2,5, ossia particelle con diametro inferiore ai 2,5 micrometri, le più pericolose per l’apparato respiratorio), ed è da solo responsabile di una percentuale che in alcuni casi può arrivare anche al 20% del totale del particolato fine che si trova ai bordi delle strade. Dove si trovano i marciapiedi su cui camminiamo, per dirne una.

COSA FARE L’unica strategia per ridurre le emissioni di particolato che si generano durante le frenate è, banalmente... frenare meno. Non mettendo a rischio la nostra e la altrui vita, ovviamente, ma evitando inchiodate improvvise, frenando in maniera morbida, anticipando le situazioni che richiedono l’uso dei freni (nei pressi di un semaforo o di una rotatoria, per esempio) e sfruttando il più possibile il freno motore. Da questo punto di vista le auto elettriche sono quasi imbattibili, specialmente quelle con la funzione one-pedal, che limitano molto l’uso dei freni meccanici (a vantaggio anche del portafoglio, tra l’altro).

INQUINAMENTO DEGLI PNEUMATICI 

Auto e sostenibilità: attenzione all'usura degli pneumaticiAuto e sostenibilità: attenzione all'usura degli pneumatici

Le gomme delle auto, delle moto e dei mezzi pesanti rilasciano le cosiddette NEE, non-exhaust emission, inquinanti che non originano dal tubo di scappamento. Analogamente a quanto accade con i freni, anche il contatto con l’asfalto genera PM 2,5 e PM 10. Attenzione alle auto elettriche: la loro coppia immediatamente disponibile porta ad accelerazioni più brusche, e quindi un maggior consumo di gomma, e conseguente inquinamento.

COSA FARE Per la riduzione delle emissioni di particolato legate agli pneumatici non c’è molto da fare, al momento, se non utilizzare il buon senso: uno stile di guida meno aggressivo, senza accelerazioni e frenate brusche evita di produrre più particolato di quanto non accada normalmente. 

EMISSIONI DI CO2 DEGLI PNEUMATICI 

Niente affatto trascurabili sono le emissioni di CO2 legate direttamente agli pneumatici: un fattore oggi ancora poco considerato, ma che diventerà di sempre maggiore attualità con il passare del tempo, con la più ampia diffusione di auto poco inquinanti (elettriche, ibride e non solo).

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RESISTENZA AL ROTOLAMENTO Le emissioni derivano da diversi fattori. Il più importante è la resistenza al rotolamento, ossia la quantità di energia necessaria a far rotolare le gomme. Se le gomme esercitano un’alta resistenza al rotolamento, il motore dovrà produrre maggior energia per farle rotolare, e per farlo dovrà consumare più carburante, quindi emettere più CO2 nell’aria

COSA FARE In questo caso, la cosa principale da fare è cercare di scegliere pneumatici che abbiano una bassa resistenza al rotolamento. Un parametro ben indicato sulle etichette degli pneumatici, classificato dalla A (minor resistenza) alla G (maggior resistenza). 

LA PRESSIONE DELLE GOMME

Una ricerca di Assogomme (insieme a molte altre analoghe compiute in tutto il mondo) evidenzia che una buona fetta di automobilisti non tiene abbastanza sotto controllo la pressione delle gomme, spesso più bassa del valore consigliato dal costruttore. Un brutto vizio non solo italiano, e che porta a consumi più elevati, minor sicurezza su strada e maggior usura degli pneumatici (che vanno quindi cambiati con maggior frequenza, spendendo e inquinando di più). Lo stesso discorso vale anche per chi circola con pneumatici troppo consumati.

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COSA FARE In questi casi ci sono almeno tre cose che noi automobilisti possiamo fare: il primo è tenere sotto controllo la pressione delle gomme, naturalmente. In seconda battuta, dovremmo adottare uno stile di guida più tranquillo, che oltre a ridurre il consumo di carburante usura meno gli pneumatici. Da ultimo, dovremmo scegliere gomme che durino più a lungo nel tempo, senza compromettere i loro valori di efficacia e sicurezza. Un esempio? Le Michelin Pilot Sport 4 S che abbiamo provato qualche tempo fa. Una scelta furba anche dal punto di vista economico, e non solo ambientale: se le gomme durano di più, si cambiano meno spesso.

GLI ALTRI FATTORI DI INQUINAMENTO 

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Le altre emissioni di CO2 prodotte durante il ciclo di vita di uno pneumatico sono fuori dalla portata di noi automobilisti, e riguardano la produzione di materie prime e degli pneumatici stessi, i processi di smaltimento e il trasporto. A questi aspetti devono pensare le aziende, come abbiamo visto nel caso di Michelin: già oggi i suoi pneumatici sono realizzati utilizzando il 30% di materiali riciclati, ma la multinazionale francese punta a diventare “carbon neutral” (ossia lavorare senza produrre neppure un grammo di CO2) entro il 2050, con l’obiettivo “All Sustainable”, tutto dev’essere sostenibile.

Auto e sostenibilità: lo chef Pietro Leemann, del ristorante Stella Verde MichelinAuto e sostenibilità: lo chef Pietro Leemann, del ristorante Stella Verde Michelin

ANCHE IN CUCINA E se per Michelin tutto dev’essere sostenibile, possono puntare a esserlo anche i ristoranti che si fregiano delle sue celebri stelle. Per questo, nel 2020 Michelin ha introdotto la Stella Verde, che premia le cucine più attente all’ambiente. Un riconoscimento che abbiamo scoperto grazie a Pietro Leemann (titolare del ristorante stellato Joia di Milano), lo chef che per primo ha suggerito a Michelin l’idea di premiare la ristorazione sostenibile.


Pubblicato da Redazione, 14/04/2022
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