Da categoria di nicchia a cuore del mercato. Almeno, in prospettiva. Almeno, nella vision delle istituzioni e dell'industria (un pelo meno, forse, dal punto di vista del consumatore medio, però questa è un'altra storia). Sta di fatto che l'elettrico, in Europa, è un'alimentazione in crescita costante: onori, ma anche oneri. Cioè normative via via più particolareggiate e più stringenti. E così il Parlamento UE approva nuove regole in materia di riciclo batterie. Ufficialmente, per rendere le batterie più durevoli, più sostenibili e più performanti. Di fatto, anche per altre ragioni.
Riciclo batterie auto elettriche, l'UE vota nuove norme
FUMATA BIANCA Riscosso il voto favorevole del Parlamento Europeo lo scorso mercoledì 14 giugno (587 voti a favore, 9 contrari e 20 astensioni), le nuove regole entreranno in vigore una volta che anche il Consiglio europeo avrà approvato formalmente il testo. Il pacchetto interessa la progettazione, la produzione e la gestione dei rifiuti di tutti i tipi di batterie (veicoli elettrici, ma anche elettrodomestici e dispositivi portatili) venduti all'interno dell'Unione Europea. Riassumiamo i punti chiave relativi all'auto elettrica, ancora piuttosto generici.
- Dichiarazione ed etichetta dell'impronta di carbonio obbligatorie per le batterie dei veicoli elettrici (EV) e dei mezzi di trasporto leggeri (LMT) e per le batterie industriali ricaricabili con capacità superiore a 2 kWh;
- Un ''passaporto digitale'' per le batterie dei veicoli LMT, le batterie industriali con capacità superiore a 2 kWh e le batterie EV;
- Livelli minimi di materiali recuperati dai rifiuti di batterie. Litio: 50% entro il 2027 e 80% entro il 2031. Cobalto, rame, piombo e nichel: 90% entro il 2027 e 95% entro il 2031;
- Livelli minimi di contenuto riciclato da scarti di produzione e di consumo da utilizzare nelle nuove batterie. 8 anni dopo l'entrata in vigore del regolamento: 16% per il cobalto, 85% per il piombo, 6% per il litio e 6% per il nichel. 13 anni dopo: 26% per il cobalto, 85% per il piombo, 12% per il litio e 15% per il nichel.
LA FILOSOFIA ''Per la prima volta abbiamo una legislazione sull'economia circolare che copre l'intero ciclo di vita di un prodotto - dichiara il relatore Achille Variati, Gruppo Socialisti e Democratici del Parlamento UE -, un approccio che è positivo sia per l'ambiente che per l'economia. Abbiamo raggiunto un accordo su misure che portano grandi benefici ai consumatori: le batterie saranno ben funzionanti, più sicure e più facili da rimuovere. Il nostro obiettivo è costruire un'industria europea del riciclaggio più forte, in particolare per il litio, e un settore industriale competitivo. Aspetti che saranno fondamentali nei prossimi decenni per la transizione energetica e l'autonomia strategica del nostro continente''.
Batterie auto elettriche, l'Europa dipende dall'importazione di materie prime
IL TEMPO DELLA DIPLOMAZIA Che le stime dell'UE siano corrette, oppure no (30 milioni di veicoli elettrici in circolazione entro il 2030), sta di fatto che in questo decennio la domanda di batterie in Europa è destinata a salire vertiginosamente. Maturata la consapevolezza che la produzione e il ciclo vita di una EV comporti pur sempre un'impronta di carbonio non certo trascurabile (la misura esatta varia da una ricerca all'altra e il dibattito è ancora aperto), le nuove normative sono indubbiamente volte a garantire che la domanda stessa sia soddisfatta da batterie più ecologiche. Costruttori e autorità politiche sono tuttavia anche al corrente di come la produzione di batterie all'interno dell'Unione non possa prescindere dalle importazioni di materie prime critiche da altre regioni del mondo. Sud America, Africa, Asia (vedi la recente scoperta di enormi giacimenti di litio in Iran). In un quadro di tensione geopolitica tra l'Occidente e il cosiddetto Sud del mondo, in un contesto inoltre di progressiva competizione sull'elettrico tra Europa, Cina e Stati Uniti, la dipendenza da forniture extra UE è un anello della catena troppo debole, da poter dare per scontato. E sviluppare un'industria del riciclo su larga scala non è più un'opzione. È una necessità. È un'urgenza.