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Editoriale

Auto elettriche e riunioni di condominio: cosa potrebbe andare storto?


Avatar di Emanuele Colombo, il 12/06/22

2 anni fa - Auto elettriche obbligatorie dal 2035: i problemi per i condomini

Ricarica auto elettriche in condominio: un nuovo problema
Auto elettriche obbligatorie dal 2035: nei prossimi anni si porranno seri problemi per la ricarica nei box privati nei condomini

L'altro giorno sono stato all'incazzatoio: chiamo così le riunioni di condominio, per sottolineare l'atmosfera serafica e pacata che sempre le contraddistingue. Anche qui ha avuto il suo impatto la notizia della settimana, che l'Europarlamento ha approvato il divieto alla vendita delle auto a benzina e Diesel a partire dal 2035: da quella data in poi, dalle concessionarie europee potranno uscire solo auto elettriche (se nulla cambierà in un iter che - per dovere di cronaca - non può ancora dirsi concluso). La prospettiva di doversi preparare alla ricarica di un gran numero di veicoli non è da poco, per uno stabile come il mio che conta circa 380 (trecentottanta!) box sotterranei. Il bello dell'incazzatoio - per lo meno il mio - è che conta la presenza di ingegneri, tecnici e avvocati in gran numero, per cui certe questioni vengono sviscerate con un notevole quanto istruttivo grado di competenza. I problemi sono vari, dal chi paga alle autorizzazioni, da problemi strutturali (addirittura!) al consumo dell'intero stabile. Ma andiamo con ordine.

Peugeot 508 Sport Engineered: una wallbox per la plug-in francesePeugeot 508 Sport Engineered: una wallbox per la plug-in francese

CHI PAGA LA RICARICA

Un primo problema è che il mio condominio, come molti altri, del resto, per l'area interrata dei box ha un contatore unico e la spesa dell'elettricità assorbita dalle prese viene suddivisa senza troppi riguardi. Il che si può accettare se alla presa del garage si attacca saltuariamente qualche utensile, ma già con la ricarica ripetuta dei veicoli elettrici (già a partire dalle bici, a voler ben guardare, per arrivare alle auto elettriche e plug-in hybrid) non è pensabile che il condominio offra sempre ''da bere'' ai pochi condòmini che ne approfittano: bisogna mettersi nelle condizioni per cui ognuno paghi il suo. Per fare ciò è necessario introdurre nuovi contatori e in alcuni casi delle linee elettriche aggiuntive e dedicate. Che ci portano al secondo problema.

Non solo elettriche: il problema della ricarica domestica riguarda anche le auto plug-in hybridNon solo elettriche: il problema della ricarica domestica riguarda anche le auto plug-in hybrid

I PROBLEMI STRUTTURALI

Alcuni miei vicini di casa si sono già attrezzati per la ricarica domestica, cosa che non ha mancato di suscitare opinioni contrastanti. Secondo alcuni, un'installazione a regola d'arte mette al riparo da qualunque contestazione, anche di natura assicurativa, che dovesse sorgere in seguito. Secondo altri, i vigili del fuoco potrebbero avere da ridire se la stesa delle nuove linee elettriche non compare nella mappa dell'impianto depositata e nel piano anti-incendio. La questione è che i pompieri devono poter togliere corrente ai box dall’esterno, in caso di incendio o allagamento, e l'aggiunta di eventuali linee di corrente è condizionata dalla struttura e dalla progettazione dell'edificio. Per questo i fornitori dell'energia elettrica, a fronte della richiesta di installazione di una wallbox, inviano un proprio tecnico per studiare la fattibilità, che va valutata caso per caso. In prospettiva, nel mio condominio hanno poi fatto notare che i buchi attraverso cui devono passare i cavi dal locale contatori non sono abbastanza grandi per far passare 380 nuovi cablaggi. Chissà quanti edifici incontreranno lo stesso problema...

Stazione di ricarica per auto elettricheStazione di ricarica per auto elettriche

I PERMESSI PER LA WALLBOX

Una questione un po' meno spinosa, ma sempre foriera di problemi, è quella dei permessi e delle autorizzazioni (vedi la nostra guida). Tempo fa l’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali (ANACI) si era già espressa proponendo alcune linee guida per la ricarica di auto elettriche in condominio, che riassumo brevemente. Se disponete di un un posto auto privato ed è possibile installare un contatore dedicato, non sarebbe necessaria alcuna autorizzazione: dovrebbe essere sufficiente inviare comunicazione scritta della vostra decisione all’amministratore, che non può negare il permesso. Se invece volete installare una wallbox in un'area comune, ma comunque allacciata ad un contatore privato, occorre inviare il progetto dettagliato all'amministrazione e chiedere l'approvazione dell'assemblea. Terza ipotesi, che non è mia intenzione approfondire ma richiede il consenso di tutte le parti, è che sia l'intero condominio a voler installare punti di ricarica condominiali comuni. Tutto chiaro? Niente affatto, perché come si vede il primo caso, quello di chi vuole ricaricare l'auto elettrica nel proprio box, si scontra con le problematiche strutturali del paragrafo precedente.

Nuova Fiat 500 Elettrica: in versione Sport con la wallbox di ricaricaNuova Fiat 500 Elettrica: in versione Sport con la wallbox di ricarica

IL PROBLEMA ALLA FONTE

Ultimo, ma non per importanza, è il problema dell'energia necessaria. Secondo quanto emerso in assemblea, la cabina di distribuzione a cui è allacciato il mio stabile potrebbe alimentare al massimo la ricarica contemporanea di una trentina di auto elettriche, non di più. Perché funziona esattamente come la doccia: se tutti aprono l'acqua contemporaneamente, il getto si riduce. Il problema, ha fatto notare un condòmino, è se si pretende di installare wallbox ad alta potenza per ricaricare l'auto in una notte, mentre collegarsi alla normale presa da 3 kW non comporterebbe sovraccarichi della cabina di derivazione. Certo, però, che con le batterie di grande capacità delle varie Tesla (qui la prova della Model Y), Audi e-tron, Kia EV6 e Mercedes EQB (qui a confronto in video) e così via, possono volerci anche più di 30 ore per una ricarica completa dalla presa standard. Il mio vicino di casa, evidentemente, di strada al giorno ne fa poca e gli basta una notte per ripristinare l'autonomia consumata, ma se nei lunghi viaggi non effettua rabbocchi puntuali (ai costi sempre più alti delle colonnine fast-charge lungo il percorso), al ritorno delle vacanze resta a piedi per tre giorni.

Tesla elettriche in ricaricaTesla elettriche in ricarica

THINK OUT OF THE BOX

Ferme restando le migliori intenzioni del Parlamento Europeo, si capisce che la rivoluzione imposta delle auto elettriche impatterà un po' su tutto, anche sulle nostre abitazioni. Le questioni da risolvere sono tante e non sempre di facile soluzione. Nel mio stabile hanno deciso di sospendere l'autorizzazione a ulteriori installazioni fino a che non saranno fatti studi più approfonditi su come risolvere i problemi, in cerca di una soluzione condivisa: magari con l'installazione di un numero congruo di colonnine condominiali al di fuori dei sotterranei dei garage, ma il percorso sembra lungo perché potrebbe richiedere il dialogo con l'amministrazione comunale. Io ve lo dico ora, così avete più tempo per pensarci: con i tempi della burocrazia italiana il 2035 non sembra poi così lontano.


Pubblicato da Emanuele Colombo, 12/06/2022
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