Dopo l'arresto in Giappone, il super manager resta in manette. Nissan decide di allontanarlo, Ghosn resta presidente e ad Renault
YOU ARE FIRED Per usare un eufemismo, in azienda Carlos Ghosn non godeva più di buona stampa. Nissan la prima a indagare sui presunti reati fiscali del suo presidente, Nissan la prima a puntare il dito dopo l'arresto da parte delle autorità giapponesi. Sempre di Nissan, ora, la decisione di allontanare la sua figura simbolo. Riunitosi in via straordinaria oggi giovedì 22 novembre a Tokyo, il Cda ha deliberato per il licenziamento. Ghosn non è più un uomo Nissan, ancora attiva sarebbe invece la carica di presidente e ad Renault.
RIASSUNTO Lunedì 19 novembre, il presidente dell'Alleanza Renault – Nissan – Mitsubishi Carlos Ghosn, era stato arrestato in Giappone, insieme al consigliere delegato Greg Kelly, con l'accusa di evasione fiscale e false informazioni circa il proprio compenso. Non appena per il manager brasiliano di origini libanesi erano scattate le manette, l'ad Nissan Hiroto Saikawa aveva proposto la rimozione di Ghosn dall'incarico di presidente, scusandosi anche con azionisti e clienti per il terremoto che ha colpito i vertici aziendali. Detto, fatto: doppio licenziamento, Ghosn e il consigliere Kelly.
DUE VELOCITÀ Il 2018 che si avvia alla conclusione verrà ricordato per molto tempo in casa Renault-Nissan. Da un lato, il colosso franco-nipponico ha conquistato sul campo il primato mondiale di costruttore automobilistico, scalzando il Gruppo Volkswagen. Dall'altro, però, arriva questa pesante tegola che investe il maggiore artefice dell'acquisizione di Mitsubishi. Apparentemente neutra la reazione dei mercatI: alla Borsa di Parigi, dopo il tonfo a doppia cifra di lunedì scorso, il titolo Renault rimbalza e chiude la seduta in territorio positivo (+0,5%), mentre sui listini di Tokyo le azioni Nissan (a loro volta precipitate a inizio settimana) galleggiano a quota +0,7%.
PROSPETTIVE In seno all'Alleanza, sull'arresto di Carlo Ghosn la posizione del socio giapponese è chiara e molto ostile. All'indomani dell'episodio, il Cda Renault si era invece espresso con molta più prudenza, sostenendo di non essere in grado di pronunciarsi sugli elementi di cui apparentemente dispongono Nissan e le autorità giudiziarie giapponesi. Ghosn resta presidente e direttore generale Renault, mentre a titolo provvisorio Thierry Bolloré assume l'incarico di direttore generale delegato. Il Consiglio ha deciso, inoltre, di chiedere a Nissan, "appellandosi ai principi di trasparenza, fiducia e rispetto reciproco sanciti dalla Carta dell’Alleanza, di trasmettergli tutte le informazioni in suo possesso provenienti dalle inchieste interne di cui Ghosn è stato oggetto".