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Editoriale

Piani anticonsumi, se a finire razionata è l'auto elettrica


Avatar di Lorenzo Centenari, il 25/09/22

2 anni fa - Stretta sui contatori o meno, le EV fanno i conti col "peccato originale"

Razionamenti energia e conseguenze su ricarica auto elettriche
Che la paventata stretta sui contatori avvenga per davvero oppure no, le EV ora fanno i conti col loro "peccato originale"

Nota bene: anziché ''razionate'', avrei potuto usare l'espressione ''schiaffeggiate'', ma ha prevalso l'ottimismo. L'autunno è appena cominciato, la crisi energetica è argomento dai contorni mai così dinamici, un nuovo esecutivo sta per insediarsi. Docce lampo e cene a lume di candela a parte, chissà cosa ci riserverà l'inverno. Chissà cosa riserverà a loro, a quelle auto per le quali la corrente elettrica è l'unica dieta digeribile. Piani anticonsumi suggeriti (imposti?) da Bruxelles, lo spettro dei costi dell'energia in rialzo e quello, ancora più angosciante, di razionamenti veri e propri, per non dire di blackout artificiali. Tutte voci che alle EV mettono i brividi e ne stuzzicano il nervo scoperto. Andiamo con ordine.

SENZA VIA DI FUGA Tre, almeno, i temi sul tavolo. In caso di (eventuali) contingentamenti, i tempi di ricarica e la possibilità stessa di ricaricare l'auto elettrica da casa (e forse, non solo da casa, vedi sotto). Anche qualora non si arrivasse a misure tanto drastiche, l'elettrica non scamperà al caro bollette. Partiamo dal worst case scenario, quello della riduzione di potenza ai contatori. 

SLOW CHARGE Come noto, la Commissione Europea sta discutendo un piano per il taglio dei consumi di energia elettrica e gas, una roadmap che dovrebbe stabilire una quota mensile di riduzione dei consumi nell'ordine del 10% su scala nazionale, e che ogni Paese dovrà recepire, emanando specifiche linee guida. Tra le ipotesi circolate (oltre a norme di buon senso su abitudini domestiche), quella della riduzione della potenza dell’elettricità nelle case private in determinate fasce orarie non è ancora stata scartata, benché lo stesso ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani abbia ammesso sia difficile da mettere in pratica. Senza entrare nei dettagli: problemi di ordine tecnico (il cosiddetto smart metering può svolgersi solo in presenza di un contatore di nuova generazione), così come di natura legale e contrattuale. Metti, tuttavia, che la corrente elettrica di casa tua venga ''piombata'' per davvero, passando - per alcune ore del giorno - dagli attuali 3,3 kW a 2,3 kW o giù di lì: ricarica dell'auto elettrica ancora più lenta del normale (giorni interi?), incompatibilità con l'impiego in contempoeranea di altri elettrodomestici come lavatrice o lavastoviglie, visto che il processo di ricarica assorbirebbe tutta la potenza disponibile. Non una disgrazia, ma nemmeno una gioia. Un forte condizionamento.

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CARA LA MIA BOLLETTA Anche qualora il Governo rinunciasse al controllo da remoto dei contatori: è pressoché certo che le elettriche dovranno fare i conti con costi di rifornimento più salati. L'indice del prezzo unitario dell'energia è in costante crescita, ne consegue che anche abbonamenti e tariffe flat - domestici o da colonnine pubbliche - vengano via via ritoccati al rialzo, vedi il caso dei Supercharger Tesla e delle stazioni della rete Ionity. Il vantaggio che le EV conservano nei confronti delle auto con motore termico sui costi chilometrici sono destinati, quantomeno, ad assottigliarsi. Il problema non risparmia nemmeno gli ''elettrofili'' di altri Paesi, tanto che in UK un totale di 23 provider di energia avrebbero chiesto tutti insieme al Governo britannico il taglio dell'IVA (dal 20% al 5%) sui costi delle ricariche pubbliche. In Francia, nel frattempo, il gestore Rte non esclude l’ipotesi di ridurre l’accesso alle colonnine in determinati orari e in caso di sovraccarico della rete. Di bene in meglio, proprio.

RICARICA AL CONTRARIO Full electric strette tra due fuochi dal Vecchio Continente al Nuovo Mondo. Già in estate, in reazione ad anomale ondate di caldo torrido e possibile rischio blackout da condizionatori tutti accessi, lo Stato della California invitava i proprietari di elettriche a non ricaricare durante le ore di punta. Non è tutto: proponeva che quelle EV equipaggiate di tecnologia per la ricarica bidirezionale (il cosiddetto protocollo V2G, o Vehicle-to-Grid) venissero impiegate come generatore esterno di energia per alimentare l'impianto domestico, contribuendo così ad alleggerire la pressione sulla rete. Pensaci bene: è una beffa.

CAMPANELLI D'ALLARME In sintesi: prima mi costringi a passare all'elettrico, poi mi impedisci di ricaricare, (almeno, di ricaricare quando dico io), manca solo che tu mi trasformi l'auto stessa in una maxi batteria su quattro ruote (ferme) con scopi ben diversi. Il quadro è in divenire, non possiamo ancora tratteggiare uno scenario statico, con cifre, date e statistiche esatte. Sta di fatto che la discrepanza tra politiche a favore della green mobility e misure atte a tamponare una possibile crisi energetica, è oggi sotto gli occhi di tutti. La mobilità a emissioni zero (espressione che a sua volta meriterebbe un saggio a parte) non solo non è a costo zero: l'energia elettrica non è una risorsa inesauribile come siamo sempre stati portati a credere. Tornano in mente le parole di chi tempo fa, quando di piani anticonsumi proprio non vi era nemmeno l'ombra, predicava la prudenza e prospettava l'incubo di una rete al collasso. A parlare era Akio Toyoda, non l'uomo di strada. Ironia della sorte, oggi i prezzi di benzina e diesel, dopo i picchi monstre dei mesi passati, sono nuovamente ''umani''...


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 25/09/2022
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