Perché non rispondi? Se lo chiede, infuriata, la protagonista di uno spot a favore dell'uso dell'auricolare in auto, stanca di sentire suonare a vuoto il cellulare del proprio ragazzo. La risposta, se non l'avete ancora indovinata, la conoscerete a partire dal sette aprile. In TV.
Prima le minacce di una punizione esemplare, con multa e ritiro della patente. Poi un dietrofront da sotterrarsi per la vergogna, e tutto ridotto a un’ammenda di 30 euro. Il legislatore non ha ritenuto così pericoloso l'uso del cellulare in auto e tutto è finito con una sanzione amministrativa che lascia invariato il problema.
Ciò che preoccupa infatti sono gli effetti collaterali che questo malcostume provoca. Non è chiaro quanti degli ottomila morti all’anno sulle strade italiane siano da addebitare all'uso del cellulare durante la guida. Di sicuro molti, tra cui la maggior parte degli incidenti che accadono in città.Che fare?
Del governo si è detto; dell’educazione che non c'è meglio sorvolare (non se ne fa né a scuola né fuori); i controlli sono quelli che sono (quasi nulli): non resta che tentare la strada della persuasione. Quella via etere, la TV. Non è una novità, si chiama "pubblicità progresso", e sembra che rappresenti il metodo educativo più efficace quando si tratta di affrontare argomenti di carattere sociale.Ne sono convinti anche Aci, Motorola e Mini, che hanno unito i propri marchi in uno spot mirato a promuovere l'uso dell'auricolare. C’è la pubblicità, ma c’è anche il fine sociale. Lo vedremo a partire dal sette aprile sulle reti Mediaset (la Rai non ha concesso spazi), con la speranza che molti di coloro che non sopportano di guidare con l’auricolare all’orecchio cambino idea.
Perché di questo si tratta in fin dei conti: guidare con le mani sul volante senza rinunciare a chiaccherare al telefono. Basta poco, un piccolo investimento che può valere una vita. Come dire: poca spesa, tanta resa...