Carburanti pazzi, incubo degli automobilisti ma anche dei distributori. Nella vertiginosa ascesa dei prezzi al consumo di benzina e diesel, guerra in Ucraina, speculazione e isteria dei mercati giocano di certo un ruolo chiave. Ma a zavorrare i carburanti, nel nostro Paese, è soprattutto quella quota fissa che si chiama accise e che resiste dai tempi che furono. Eppure, un modo per alleggerire il peso delle imposte esiste e si chiama ''accisa mobile'', o ''accisa anticiclica''. Ed è proprio ciò che invocano ora i benzinai.
STATO DI EMERGENZA In un comunicato congiunto, le sigle di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio rivolgono al Governo il proprio grido di dolore. ''Occorre riavvolgerse il nastro fino al 2012, per imbatterci in un prezzo della benzina a circa 1,90 euro e del gasolio a circa 1,78 euro. E non c’era, allora, alcuna situazione di conflitto o sanzioni. Dobbiamo tutti prendere atto della straordinarietà della situazione e non affrontarla con i metodi tradizionali''. Tradotto: occorre mitigare la componente fiscale.
MANNAIA FISCALE ''Da sempre - lamentano i gestori - accisa e Iva compongono la parte maggioritaria del prezzo, sfiorando il 60% di quello pagato dal consumatore. Una situazione insostenibile per i consumatori, usciti da due anni di pandemia, e ancor meno sostenibile per i titolari delle stazioni di servizio i quali, indipendentemente dall’andamento del prezzo, continuano a percepire 3,5 centesimi lordi su ogni litro di prodotto. Lo scenario odierno sconta l’assoluta incapacità dei governi succedutisi nel tempo ad affrontare in termini di sistema la questione energia, confinando il tema alla residualità o utilizzandolo solo a fini “propagandistici” per riaffermare la transizione ecologica''.
FLEX TAX Da qui la richiesta dei gestori dell'applicazione di quanto già previsto dalla legge 244/07 a proposito della cosiddetta accisa mobile. La Finanziaria 2008 prevedeva un meccanismo volto a sterilizzare e, conseguentemente, diminuire le aliquote delle accise sui prodotti energetici usati come carburanti per auto e combustibili per riscaldamento, per compensare le maggiori entrate dell’Iva derivanti dalle variazioni del prezzo internazionale del petrolio greggio. Per applicare l'accisa mobile, la condizione necessaria sarebbe che il prezzo del greggio aumenti di oltre il 2% rispetto al valore definito nel Dpef. Che inoltre, nel bimestre precedente la quotazione internazionale del greggio non sia diminuita di pari percentuale. Ambedue i parametri sarebbero oggi ampiamente rispettati.
BLACKOUT ''Accisa mobile come misura - sostengono i sindacati - che da una parte consentirebbe di sterilizzare gli aumenti dell’Iva, già oggi maggiori di 7 centesimi rispetto solo a due mesi fa. Dall’altra, di creare un minimo di stabilità per famiglie ed operatori economici''. In attesa che il Governo dia segnali, a partire da lunedì 14 marzo i gestori terranno spenta l’illuminazione degli impianti in modalità Self-service durante le ore notturne.