Da una parte, c'è chi giura amore eterno all'auto elettrica, volta le spalle al suo passato, si proietta nel futuro, quasi disinteressandosi persino del presente. Dall'altra, chi in materia di auto elettrica ha voce in capitolo, si è già espresso con prodotti rivoluzionari ed è già in testa per distacco rispetto alla concorrenza. Ma non per questo, ha perso una visione complessiva. Ovvero, non perde di vista l'obiettivo e non confonde il fine con i mezzi. E se quel fine è quello di bonificare l'aria, è consapevole che esistono più strade. Alcune delle quali, dell'elettrico persino meno dolorose.
Porsche e i carburanti sintetici, sboccia l'amore
EOLO FUEL L'interesse di Porsche per icarburanti sintetici risale allo scorso decennio, ora tuttavia quell'hobby si trasforma in vera e propria professione. Notizia dei primi di aprile è l'investimento da 75 milioni di dollari che la Casa di Stoccarda rivolge al produttore cileno di eFuel Highly Innovative Fuels (HIF), rilevandone così una significativa partecipazione azionaria (il 12,5%) e collaborando in prima persona alla nascita di un impianto pilota ad Haru Oni, Punta Arenas, Cile. Realizzato insieme ad altri partner come Siemens Energy e ExxonMobil, il progetto di ''raffinazione'' di eFuel derivati da idrogeno e CO2 mediante energia eolica si prevede abbia inizio a metà del 2022. Il prodotto finale sarà un carburante sintetico che consenta il funzionamento quasi neutrale, in termini di emissioni CO2, dei classici motori a combustione. 75 milioni di dollari è una cifra alta. Ma motivata.
L'impianto pilota di eFuels ''Haru Oni'' in costruzione a Punta Arenas, Cile
911 BUONI MOTIVI Sia Porsche, sia il Gruppo Volkswagen nel suo insieme, spendono in nuove tecnologie EV centinaia di milioni di euro. Il problema dell'elettrico è uno solo, ma che va moltiplicato per decine o centinaia di migliaia di unità. Ovvero tante quante i proprietari di vetture Porsche a oggi circolanti. Non solo 911, ma ''soprattutto'' 911, più Porsche delle altre Porsche. Dato per assunto che un bel dì (il 2035, oppure prima, o ancora meglio, dopo: chi lo sa), in Europa, ai motori più inquinanti la circolazione verrà interdetta, le alternative sono due. Buttare nella pattumiera la tua Porsche, cambiandola con una Porsche elettrica: l'offerta non mancherà, se è vero che da qui al 2030 la Cavallina punta all'80% di quota vendite di modelli a batterie. Oppure - suona meglio - restare al volante della propria Porsche e del suo buon vecchio 6 cilindri boxer, purché dimostri di non nuocere all'ambiente. Come? Semplice, somministrando al suo stesso flat six una bevanda ''bio''.
Porsche 911 elettrica? Non suona bene
ELETTRICO SARAI TU Perché il concetto di biocarburante è in fondo quello di permettere alle auto tradizionali di continuare a gironzolare per le strade, senza con questo contribuire al riscaldamento globale. Nessuna tecnologia che adatti i propulsori al nuovo combustibile: verrebbe meno la sua proprietà di alimentare anche i motori odierni, o anche con qualche annetto sulle spalle. Inoltre, se il cliente tipo di un'utilitaria accetta con maggior facilità lo switch tra termico ed elettrico, lo stesso non può dirsi per chi - ad esempio - sia porschista dentro. E una 911 full electric è proprio ciò che popola i suoi incubi più spaventosi.
Passare all'elettrico. Oppure, semplicemente, no
LE RAGIONI DEL CUORE Ecco perché, in definitiva, i cosiddetti e-fuel (le cui reali proprietà ecologiche sono per alcuni ancora oggetto di dibattito, ma il discorso vale anche per il 100% elettrico) appaiono come risposta intelligente all'imperativo della decarbonizzazione, soprattutto se applicati ad auto sportive e supercar. Auto per le quali le logiche industriali non possono prescindere dai fattori emotivi. Almeno a questa intensità, l'impegno Porsche nei carburanti sintetici è un caso isolato. La concorrenza, prendi Ferrari, Lamborghini e Maserati, è concentrata a implementare tecnologie ibride, che siano poi funzionali all'elettrico puro. Di e-fuel, in Motor Valley si chiacchiera ancora troppo poco. Il tema, forse, non è percepito così urgente. Ma prima o poi, è destinato a diventarlo. Istituzioni permettendo, visto che per ora la politica, ad ogni alternativa al full electric, sembra sorda.