Quinto richiamo ufficiale per la hyper-Porsche. Ancora una volta per difetti al telaio. Ecco un riassunto delle puntate precedenti
RIENTRO ALLA BASE Certe auto sono come il vino. Invecchiando, migliorano. Altre, specie se figlie di un progetto assai innovativo, quasi sperimentale, col passare degli anni accusano al contrario i classici acciacchi della terza età. La Porsche 918 Spyder appartiene evidentemente alla seconda categoria, dal momento che dalla sua nascita (il debutto avvenne nel 2013) le campagne ufficiali di richiamo per problemi tecnici ammontano in tutto a cinque. E per un'auto di questo valore... L'ultima in ordine di tempo è dovuta a quanto pare a un difetto di progettazione dei bracci delle sopensioni posteriori, componenti che sotto sforzo rischiano di danneggiarsi, di spezzarsi, e di propagare il guaio all'intera dinamica del veicolo. Sofisticata, ma anche assai delicata.
DOLORI AL BRACCIO L'allarme interessa tutti quanti i 305 esemplari dell'ibrida Porsche 918 Spyder (uscita di produzione nel 2015) residenti negli Stati Uniti. Una serie di test avrebbe messo in luce come i giunti che collegano i bracci trasversali e longitudinali delle sospensioni siano afflitti dal fenomeno della corrosione della protezione catodica. Alla lunga, la loro vulnerabilità ne potrebbe compromettere irrimediabilmente la tenuta. Rompendosi, queste componenti influenzerebbero pesantamente la stabilità del veicolo in condizioni di stress importanti, come l'utilizzo in pista. Moltiplicando il rischio di smarrire il controllo dell'auto, e di andare a sbattere. L'unica soluzione consiste nella sostituzione dei pezzi incriminati. Unica consolazione: l'intervento è gratuito.
918 STORY Nessun incidente sarebbe ancora legato al difetto di progettazione di cui sopra: il richiamo è stato deliberato in via precauzionale. Sta di fatto che della Porsche 918 Spyder tutto si può scrivere, tranne che sia venuta al mondo senza imperfezioni. Al 2014 risalgono le prime due campagne di richiamo, già allora dovute all'inquietante scoperta di un problema congenito ai bracci delle sospensioni. Un anno più tardi fu la volta del circuito di raffreddamento, mentre nel 2016 la flotta 918 Spyder fece rientro in officina a causa di noie alle viti delle cinture di sicurezza. Non importa quanto scuci per appoggiare il sedere sull'auto dei tuoi sogni (la 918 costava da nuova 800.000 euro, optional esclusi). Un difettuccio, il tempo e le leggi chimiche e meccaniche lo porteranno prima o poi in superficie.