La Casa della P lunga affida a due giovani studenti di Princeton il compito di raccontare l'Esposizione Universale dando vita al progetto: #WeFeedtheFuture. Guarda il video
RACCONTARE EXPO Ci sono moltissimi modi di vedere e raccontare la stessa cosa e Pirelli ha scelto di affidarsi agli occhi di due giovani studenti del corso “Pirelli Visiting Professorship in Italian Studies” dell’ Università di Princeton per raccontare Expo 2015. È nato così il progetto #WeFeedtheFuture, che ha visto impegnati per un mese i ragazzi dell’ “Innovation Team” Miloš Nikolic, fisico montenegrino un po’ geek, e Gregory A. Kufera, matematico americano esperto di new media. La sfida? Cogliere gli elementi di innovazione all’interno dell’Esposizione Universale e raccontarli attraverso testi e immagini. Questa ricerca è stata un ottimo spunto per approfondire al tempo stesso temi da sempre cari alla Pirelli, come la sostenibilità, intesa come equilibrio tra aspetti diversi, le emozioni del mondo del motorsport e il sostegno dato allo sviluppo delle iniziative culturali del Paese. Per il momento hanno visitato il Padiglione Britannico, l’Albero della Vita e le dune degli Emirati Arabi. Vediamo le loro impressioni.
REGNO UNITO Il padiglione del Regno Unito è ormai noto come “quello delle api”. Il motivo è presto detto: per spiegare l’importanza delle api nel nostro escosistema all’interno del padiglione è possibile ascoltare uno sciame di api servendosi di un legnetto. Se ne stringe un’estremità tra i denti mentre l’altra si appoggia a una colonna metallica e le vibrazioni generano il suono dello sciame delle api. Stando agli aneddoti sul noto compositore Beethoven, pare che si servisse di un simile metodo per comporre, dopo aver perso l’udito. I ricercatori dell’istituto di ricerca britannico della Nottingham Trent University si sono serviti di questo utile strumento per studiare ciò che avviene all’interno dell’arnia senza doverla aprire e di conseguenza distruggere.
THE TREE OF LIFE L’Albero della Vita è una delle ragioni che hanno spinto i giovani studenti ad accettare la sfida di Pirelli: è un’opera d’arte contemporanea, si, ma ha anche un valore simbolico e rappresenta la creatività e il cambiamento, con giochi di luci e colori che richiamano i temi emblematici del nostro mondo.
EMIRATI ARABI Non appena si superano le mura di sabbia alte 12 metri che incorniciano il padiglione degli Emirati Arabi Uniti si ha la sensazione di entrare in un altro mondo. Nel loro, uno dei più aridi del pianeta. Qui viene illustrata la storia del Paese, dalla sovranità dalla Gran Bretagna conquistata nel 1971 alla crescita economica che lo ha caratterizzato per i 40 anni successivi, fino ad arrivare alla religione che viene spiegata mentre i visitatori sorseggiano il caffè arabico offerto all’interno del padiglione. La storia e la tradizione incontrano poi il futuro e la modernità nella città di Dubai, la più grande degli Emirati, che ospiterà nel 2020 la prossima esposizione Universale (non a caso, a tema “collegare le menti, creare il futuro”).