Il decreto Milleproroghe scongiura gli aumenti automatici. Almeno fino al 30 giugno. E se invece il pedaggio diventasse meno caro?
MILLENNIUM BUG Allo scoccare della mezzanotte, niente scatti del tassametro. Il 1° gennaio del 2020 il caro prezzi escluderà il pedaggio autostradale, come effetto della norma contenuta nel decreto Milleproroghe approvata ''salvo intese'' dal Governo. Niente aumenti, ma è un rinvio. Se ne riparla il 31 marzo prossimo, scadenza entro la quale le società che hanno in appalto la gestione della rete sono chiamate a presentare il nuovo piano economico finanziario al ministero dei Trasporti. Sarà allora, che verranno formulati i piani tariffari per il secondo semestre dell'anno: da decreto, gli adeguamenti scatteranno infatti il 30 giugno 2020. Ma in quale direzione andranno?
Autostrade, niente aumento pedaggi. Per ora...
REVOCA DELLA LICENZA Attualmente, le concessionarie autostradali i cui Pef sono scaduti ammontano a un totale di 16 compagnie, fra le quali la maggiore in assoluto (Autostrade per l'Italia), ma anche altre società di rilevanza primaria come Autostrada dei Fiori e Strada dei Parchi. Il Governo minaccia la revoca delle concessioni e il passaggio della gestione ad Anas, quindi sotto un più stretto controllo statale (Anas resta pur sempre azienda di diritto pubblico). Tre mesi di tempo, quindi, per adeguarsi a un nuovo modello tariffario in base al quale (tra le altre cose) gli utili verranno necessariamente reinvestiti in manutenzione delle infrastrutture. Un nuovo listino prezzi il quale, secondo i 5 Stelle, comporterà pedaggi anche inferiori rispetto a quelli attuali. Sarebbe un precedente storico.
LA REAZIONE DI AUTOSTRADE Nel frattempo, Aspi prende atto del decreto ma esprime tutte le perplessità di una decisione che considera unilaterale e anticostituzionale. ''La società - si legge in una nota - sta valutando ogni iniziativa volta a tutelare i diritti della stessa in termini di legittimità costituzionale e comunitaria delle disposizioni normative in merito ai principi di affidamento, di libertà di stabilimento e di concorrenza, di proporzionalità e di ragionevolezza. Già nel 2006 la Commissione Europea ha sancito che i contratti di concessione non sono modificabili in modo unilaterale, in forza dei principi della certezza del diritto e del legittimo affidamento''. Spirano venti di guerra.