Anno nuovo, prezzi nuovi, ed è un proverbio che al capitolo pedaggi autostradali calza sempre a meraviglia. Sempre, o quasi. Perché se il cambio data, gli anni precedenti, non aveva comportato un automatico ritocco alle tariffe della rete a pagamento, col 2023 si torna alle vecchie abitudini. Non è un salasso, sarebbe potuto andare peggio. Così, almeno, spiega il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Sta di fatto che gli aumenti arrivano. Non dappertutto, questo è vero.
Ticket autostrade, l'aumento è servito
AUMENTI A RATE Una nota del Mit comunica quanto tutti colori che dalla mezzanotte del 1° gennaio in poi già avessero imboccato il casello hanno sperimentato di persona. Ovvero, che dal 2023 i pedaggi autostradali vengono sottoposti a un rincaro. La correzione dei prezzi interessa tuttavia esclusivamente il network gestito da Autostrade per l'Italia (che corrisponde a circà la metà della rete nazionale) e consiste in una correzione al rialzo del +2%. Questo il ritocchino in vigore da gennaio, mentre un secondo scatto verrà applicato al giro di boa dell'anno solare, ovvero a partire dal 1° luglio 2023. Quando il ticket, in media, crescerà di un altro +1,34%. Nessun aumento, invece, per le tratte gestite da società diverse da Aspi.
Aumenti sulla rete Aspi, non sulle altre tratte
L'ERBA DEL VICINO Aumenti sì, ma calmierati, osservano dal Ministero. Istituzione secondo la quale il Governo ha impedito una stangata - come accaduto in altri Paesi europei - vicina al +5%. Vengono portati gli esempi sia della Francia, nazione in cui i pedaggi, da febbraio 2023, crescono del +4,75% (in seguito a un rialzo del +2% nel corso del 2022), sia anche della Spagna, dove 11 tratte autostradali sono soggette a un rincaro del +4%. C'è chi se la passa peggio, ma è magra consolazione.