Accorciare le distanze tra mobilità tradizionale e mobilità elettrica, e non solo in senso figurato. La transizione al ''green'' passa anche e soprattutto dalla capillarità delle stazioni di ricarica. Che può e deve eguagliare quella delle aree di rifornimento carburante, o quasi. Cominciamo, intanto con una stazione ogni 60 km. Con 36 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni, la Commissione per i Trasporti e il Turismo del Parlamento Europeo ha adottato un progetto di mandato negoziale sulla realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi. Ricarica auto elettriche, ma anche rifornimento di idrogeno. Quali parametri?
IL CONTACHILOMETRI I deputati fissano obiettivi nazionali minimi obbligatori: entro il 2024, i singoli Paesi dovranno presentare il proprio piano. Secondo il testo adottato, entro il 2026 i pool di ricarica auto elettriche lungo le strade principali dell'Unione (si intende, ovviamente, autostrade ma anche strade statali) dovrebbero essere installati almeno ogni 60 km. Dagli europarlamentari, rispetto alla iniziale proposta della Commissione, giunge inoltre la richiesta di creare più stazioni di rifornimento di idrogeno (almeno una ogni 100 km anziché ogni 150 km) e di farlo più velocemente (entro il 2028 anziché entro il 2031). A che punto si trova l'Italia? Indietro, ma al lavoro per recuperare il gap: entro il 2023 la rete autostradale - secondo la roadmap di Free to X - dovrebbe poter fare affidamento su circa 100 di stazioni di ricarica rapida, circa una ogni 50 km.
SIMPLY CHARGE Sempre in base al testo provvisorio della Commissione, ''gli utenti di veicoli a carburante alternativo dovrebbero poter pagare facilmente, il prezzo dovrebbe essere visualizzato per kWh o per kg, essere abbordabile, comparabile e accessibile a tutte le marche di veicoli''. Gli eurodeputati vogliono anche creare entro il 2027 ''un punto di accesso dell'UE per i dati sui combustibili alternativi per fornire informazioni sulla disponibilità, sui tempi di attesa e sui prezzi nelle diverse stazioni''.