Dal 1968 a Barcellona si trova l’NTCE-S di Nissan che oggi si occupa anche di driveability
TECHNICAL CENTRE La visita ai centri di ricerca e sviluppo è sempre interessante. Da piccolo, la prima cosa che facevo quando mi regalavano un’automobilina era smontarla per vedere com’era fatta e mi ingegnavo per fare un po’ di tuning. Nei centri ricerca e sviluppo le auto sono già smontate o sono messe alla prova per la messa a punto finale. Sono in viaggio verso Barcellona. Al centro esperienze Seat? No, non Seat. Dal 1968 a Barcellona si trova l’NTCE-S il Nissan Technical Centre Europeo spagnolo, specializzato nei test sui motori, specie quelli a gasolio, e nella driveability, ovvero nella messa a punto della facilità e del piacere con cui si guidano le Nissan europee.
PILOTED TEST Inserito all’interno dello stabilimento NMISA di Barcellona il NTCE-S oggi impiega 310 dipendenti impegnati nella ricerca e nelle prove. Il NTCE-S, con la sua esperienza nella driveability, avrà un ruolo importante nell’assicurare che il Piloted Drive, il sistema di guida semiautonoma di cui sarà dotata la Nissan Qashqai dal prossimo anno, soddisferà le esigenze e lo stile di guida dei clienti Qashqai europei. E chissà se il Piloted Drive farà raggiungere un nuovo record alle vendite di Qashqai che, con 2.368.705 esemplari prodotti in dieci anni, ha superato le vendite ottenute da Micra dopo 18 anni di produzione, conquistando il record di produzione tra le Nissan prodotte in Europa oltre che tra le auto costruite in UK in meno di dieci anni.
CALDI E ZITTI Ma torniamo al NTCE-S. È una struttura poca-scena-tanta-sostanza. Un centro esperienze poco strutturato e molto flessibile in cui sono presenti aree di test canoniche, come la camera anecoica per verificare quantità e qualità dei rumori senza interferenze di eco o altri rumori, o la camera climatizzata, per mettere alla prova componenti e dispositivi in condizioni climatiche dai -40 a +90 gradi, con l’irradiazione simulata presente nei deserti più caldi per mettere alla prova tutte le componenti o provare l’accensione del motore nelle peggiori condizioni climatiche. E alle aree di prova canoniche si affiancano aree di prova create ad hoc per testare anche singole componenti.
BAD VIBRATIONS Un’area di lavoro interessante è quella in cui si mettono alla prova vibrazioni e risonanze di ogni componente come risultato delle vibrazioni generate dal rotolamento delle ruote sulla strada. Salgo a bordo di una Nissan Qashqai sotto le cui ruote è applicata una vibrazione verticale di un millimetro con frequenze differenti. I sensori sono montati, per questo test, sul volante e sul pianale. Una escursione di un millimetro sulle ruote sembra davvero una inezia ma, ad alcune frequenze, diventa davvero fastidiosa sul volante e mi rimane il formicolio nella mano per alcuni minuti dopo essere sceso. Qui ogni componente è valutato e migliorato per evitare vibrazioni e risonanze e rendere l’auto silenziosa e confortevole.
PLAY GROUND Molto interessante è l’area che chiamo Meccano. A terra si trovano piattaforme in acciaio a quadrotti delimitati da guide in cui è possibile inserire parti differenti per creare di volta in volta test su misura. Per esempio, al lavoro c’è un martinetto che applica una forza di tre tonnellate al gancio traino di una Nissan Navara, sottoponendo il telaio a un bello stretching.
COME UNO STRACCETTO Un’altra postazione prende il telaio del solito Navara e lo torce in continuazione come uno straccio. In un angolo c’è una portiera posteriore di una Navara completamente sfondata: “abbiamo montato la cabina sulla piattaforma e applicato un martinetto fino a sfondarla, per verificarne la resistenza” ci dice il nostro Cicerone. Da un’altra cabina del Navara escono funi in tiro, per testare gli attacchi delle cinture di sicurezza e degli attacchi Isofix e un’altra postazione consente di tarare il feeling sulla leva del cambio senza montarlo sull’auto, soprattutto per rendere più europeo il feeling alla leva di cambi a cui i giapponesi, più interessati ai cambi automatici, dedicano meno attenzione.
ROBOT CHIC C’è anche la versione hi tech del robot di prova che si vede all’Ikea. È vestito in elegantissima fibra di carbonio e, invece di testare antine e cassetti, riproduce le manovre sui pedali e sulla leva del cambio migliaia e migliaia di volte.
IN VIAGGIO CON IL TROLLEY Anche per i banchi prova dei motori al NTCE-S è stata messa a punto una struttura flessibile. Installare un motore in una cabina di prova richiede 5/6 giorni, giorni di lavoro persi per ogni cabina di prova. Così i 5/6 giorni vengono spesi per montare i motori su speciali carrelli completi di tutti i sensori necessari alla diagnostica. Così, è sufficiente portare il carrello in cabina, collegare l’elettronica di diagnostica, i bocchettoni di rifornimento, i tubi di ventilazione, aspirazione e scarico e, in un quarto d’ora, il motore è pronto per affrontare i test al banco.
IN VOLO, AL VOLO Per il classico test che simula la guida su strada, con quattro pistoni idraulici che scuotono le ruote riproducendo le peggiori condizioni stradali, al NTCE-S è stata scelta una postazione sopraelevata, al contrario di altri centri di R&D che tengono l’auto al livello del pavimento. Così, mi spiegano, è facile controllare al volo anche il sottoscocca ed eventuali perdite. Questo test mette alla prova non tanto le sospensioni ma la resistenza di tutte le componenti e gli assemblaggi interni alle sollecitazioni, riproducendo in tre settimane lo stress di 100.000 chilometri di guida reale su strada.
CHILOMETRI VIRTUALI (E NON) Un centro R&D flessibile, dove ogni postazione è pensata per ridurre drasticamente i tempi di sviluppo richiesti invece con reali prove si strada. Quando le Qashqai arrivano ai test su strada hanno virtualmente già percorso milioni di chilometri e gli eventuali punti deboli sono già stati trovati grazie ai test gravosi a cui sono state sottoposte al NTCE-S. Più gravosi che dopo chilometri e chilometri su strada.