Multe stradali, dal 2020 ai Comuni la facoltà di ricorrere all'ingiunzione di pagamento in alternativa alla cartella esattoriale
PAGA O SONO GUAI Rimandare all'infinito il pagamento di una multa, peggio ancora cestinare una raccomandata di sollecito di versamento, rischia ora di trasformarsi in un comportamento ancor più inopportuno. Perché oltre alla familiare cartella esattoriale, nella cassetta delle lettere potrebbe capitare di trovare un avviso di ingiunzione, cioè una forma ancora più diretta per comunicarci "Paga". Ingiunzione fiscale anche per multe stradali, questa la misura contenuta nella bozza della legge di Bilancio 2020. Un provvedimento che nei ritardatari cronici genera una certa angoscia, e con buona ragione.
CARTELLA VS INGIUNZIONE A differenza della classica cartella di pagamento, recapitata al destinatario dall'apposita agenzia di riscossione non prima dell'iscrizione a ruolo delle somme intimate, l'ingiunzione di pagamento o ingiunzione fiscale è infatti uno strumento attraverso il quale gli Enti locali possono riscuotere i crediti in maniera più snella, senza ricorrere ad intermediari. L'ingiunzione è infatti un ordine di pagamento emesso direttamente dall'ufficio competente dell'Ente creditore stesso: 30 giorni (e non 60, come in caso di cartella) la scadenza entro la quale provvedere a regolarizzare la propria posizione, pena il pignoramento dei beni mobili del debitore, per un valore corrispondente all'importo dovuto.
MULTE A GO-GO? In materia di recupero crediti relativi a sanzioni per violazione al Codice della Strada, di qualunque natura esse siano (dal divieto di sosta alla guida in stato di ebbrezza, passando per eccesso di velocità, passaggio con semaforo rosso, etc.), Comuni e Province godranno perciò di una maggiore autonomia, quindi una maggiore autorevolezza. Quindi (ipotesi), in ultima istanza, non è escluso come gli organi di polizia locale maturino una maggiore (e dolorosa) propensione ad elevare multe. Che la riforma ispiri negli utenti della strada una maggiore disciplina?