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Multe da 400 a 3.000 euro per chi si sposta in auto. Cosa dice il Viminale


Avatar di Claudio Todeschini, il 24/03/20

4 anni fa - Emergenza Covid-19: le multe decise dal Governo, direttive Viminale

Emergenza Covid-19: multe decise dal Governo, direttive Viminale

Il governo stabilisce l’ammontare delle sanzioni per spostamenti non urgenti. Ecco quando si può uscire dal proprio comune di residenza

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NUOVA CIRCOLARE Giornata piuttosto complicata, quella che si sta per concludere. Dopo l'annuncio dello sciopero dei benzinai, e dopo aver pubblicato l’ultimo modello (il terzo) dell’autocertificazione per gli spostamenti in auto, il Ministero dell’Interno ha emanato una circolare con le direttive per l’applicazione del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, entrato in vigore in queste ore. Per tutte le notizie relative alla mobilità in auto durante l’emergenza sanitaria da coronavirus, leggetevi la nostra guida.

MULTE Il Consiglio dei Ministri ha stabilito gli importi delle sanzioni per punire i trasgressori sorpresi a circolare senza motivi indifferibili di urgenza: la cifra che si rischia di pagare in caso di multa varia da 400 euro a 3.000 euro.

LA CIRCOLARE DEL VIMINALE Il comunicato del Ministero dell’Interno ribadisce “il divieto per tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati dal comune in cui attualmente si trovano e quindi di rientrare al proprio domicilio se in altro comune”. Chi si trova nella seconda casa, quindi, non può tornare nell’abitazione principale; la circolare precisa quanto era già implicitamente spiegato nel decreto firmato nei giorni scorsi. 

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SOLO PER EMERGENZERimangono consentiti i movimenti effettuati per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute, che rivestano carattere di quotidianità o comunque siano effettuati abitualmente in ragione della brevità delle distanze da percorrere”, continua la circolare. “Rientrano, ad esempio, in tale casistica gli spostamenti per esigenze lavorative in mancanza, nel luogo di lavoro, di una dimora alternativa a quella abituale, o gli spostamenti per l’approvvigionamento di generi alimentari nel caso in cui il punto vendita più vicino o accessibile alla propria abitazione sia ubicato nel territorio di altro comune”. Si può quindi uscire dal proprio comune, ma solo se il supermercato più vicino (non quello dove siamo abituati ad andare) è in un altro territorio. 

NO A NUOVI ESODI Vista l’imminente chiusura di molte delle attività produttive, il Ministero teme una nuova ondata di persone che potrebbe voler tornare nel proprio territorio d’origine approfittando del fatto che non deve andare a lavorare. “La disposizione, anche tenendo conto delle esigenze recentemente emerse e che hanno condotto alcuni presidenti di Regioni ad adottare apposite ordinanze, persegue la finalità di scongiurare spostamenti in ambito nazionale, eventualmente correlati alla sospensione delle attività produttive, che possano favorire la diffusione dell’epidemia”. Anche in questo caso, quindi, si rimane a casa. 


Pubblicato da Claudio Todeschini, 24/03/2020
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